Calabria. Aggressione a sfondo razziale contro un giovane della repubblica dominicana

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“Vattene negro di merda cosa sei venuto a fare qui, risali in macchina e vai via, perché qui in Calabria i negri non sono accettati”. Mentre uno del branco  pronunciava queste parole gli altri sette iniziavano a pestarlo. Carlos Mercedes Mieses , 29 anni, originario della Repubblica Dominicana  ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale di Lamezia Terme per quella che è stata una vera operazione di squadrismo xenofobo.  Si trovava la sera di ferragosto in un ristorante a Falerna  a pochi chilometri del centro lametino insieme alla compagna e alla suocera. A causa di un battibecco avuto con un cameriere all’interno del locale all’uscita si è trovato circondato da diverse persone che lo hanno prima insultato e poi picchiato urlandogli contro frasi razziste. Coinvolte nel pestaggio anche  la suocera di origine calabrese, tuttora ricoverata nell’ospedale di Lamezia dove ha subito un intervento al braccio e la compagna in stato di gravidanza alla quale sono state rivolte ingiurie pesanti : “E tu cosa cazzo ci stati a fare con un negro di merda”.

“Non ci sono parole per giustificare questa furia – ha dichiarato Carlos in una video intervista al sito Corriere della Calabria – ero in quel ristorante per una semplice cena con la mia compagna ed i miei suoceri mi ero accorto che non stavo simpatico al cameriere e dopo poco hanno iniziato ad insultarmi con frasi razziste. Non ho mai provocato nessuno ho solo mangiato e pagato il mio conto”. Per Carlos l’aggressione è stata voluta perché la compagna ha cercato di fermarli, mentre lo pestavano, dicendo che era il suo compagno e di essere incinta, comportamento che non è servito a dissuaderli. “Incolpavano anche lei per il semplice fatto che stava con un negro di merda – ha raccontato il giovane dominicano”.

E’ l’ennesimo caso di aggressione a sfondo razzista che oramai è diventata una vera piaga a livello nazionale.  Le prime reazioni da parte della politica locale, del sindacato e delle associazioni di volontariato puntano il dito contro le parole usate da una certa parte politica che ha scatenato qualche mente calda che assorbe come una  spugna parole e slogan che attecchiscono in chi si trova in una condizione di  profonda ignoranza. A sottolinearlo è stato lo stesso Carlos: ”Bisogna aprire la mente – ha detto – non siamo più nel medioevo , oramai il mondo è pieno di persone di tutte le razze. E poi credo che a nessuno di voi piacerebbe venire al mio paese che è un paese turistico ed essere trattato così”. E pensare che Carlos è giunto in Calabria solo per fare una vacanza e conoscere i futuri suoceri.


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