L’applauso corale a Conte in Senato per Soumaila – l’unico di tutta l’aula – scoraggi chi vuole fermare Commissione diritti umani

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Dopo quasi tre mesi turbolenti, con un primo tentativo fallito alle spalle, il governo Conte arriva alla prova del Parlamento. Incassata la fiducia al Senato, domani (ndr oggi per chi legge) alle 17,30, toccherà alla Camera. Ma era a Palazzo Madama il vero banco di prova per il neo presidente del Consiglio, che ha dedicato un ricordo a Soumaila Sacko, il sindacalista originario del Mali assassinato a Vibo Valentia, strappando l’unico applauso corale dell’aula in tutto il suo intervento di un’ora e 11 minuti.
Conte poteva contare su 167 voti certi, 6 in più rispetto alla maggioranza assoluta: 58 senatori della Lega e 109 del Movimento 5 stelle. A questi si sono aggiunti altri quattro voti che hanno portato a 171 la quota effettiva, tra i quali quelli promessi da Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, senatori eletti nelle nel M5S ma non iscritti al gruppo per incompatibilità di varia natura. Anche Ricardo Antonio Merlo e Adriano Cario, esponenti del gruppo Maie, eletti all’estero, hanno garantito il loro sostegno.
Chi si è astenuto, piuttosto che votare contro come annunciato in un primo momento, il gruppo di Fratelli d’Italia mentre hanno votato contro i 61 senatori di Forza Italia, i 52 del Pd e alcuni componenti del gruppo Misto, come Emma Bonino.
Il clima a Palazzo Madama è apparso disteso già dalle prime ore della mattinata, essendo scontata la fiducia. Le ‘chiacchierate’ tra giornalisti e parlamentari si sono concentrate più sui futuri assetti delle Commissioni permanenti e di quelle speciali, tra cui la Commissione Diritti Umani. Per quest’ultima è già pronta la mozione che ne chiede la costituzione partendo dal presupposto che la tutela dei diritti umani rappresenti uno degli elementi fondanti dell’ordinamento nazionale.
Il Senato ha da sempre mostrato particolare sensibilità e attenzione verso il tema attraverso la costituzione di Comitati e Commissioni specifici, ricordano i firmatari della mozione tra cui i presidenti dei vari gruppi. Nessuno escluso.
Eppure, nonostante l’ampio consenso manifestato nelle intenzioni – per ora solo su carta – la strada verso un rapido voto non appare scontato.
L’allarme arriva da fonti di Palazzo, sollecitate da numerose organizzazioni per i diritti umani preoccupate per i segnali lanciati da una componente importante del governo Conte: il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ma lo stesso presidente del Consiglio, ha lanciato un messaggio chiaro durante il suo discorso, sottolineando che metterà fine al business migranti “cresciuto con la finta solidarietà”.
L’auspicio è che non sia il preludio a un ulteriore attacco alle organizzazioni che si occupano del salvataggio di vite umane in mare.
A fronte di quanto si appresta a svilupparsi intorno alla questione, e non solo, appare dunque ancor più pressante l’esigenza di costituire la Commissione Diritti umani.
“Il Senato ha da sempre mostrato particolare sensibilità e attenzione verso il tema dei diritti umani – ricorda la senatrice Loredana De Petris, tra le prime firmatarie della mozione – attraverso la costituzione di Comitati e Commissioni specifici come il Comitato contro la pena di morte istituito nella XIII Legislatura e le Commissioni straordinarie per la tutela e la promozione dei diritti umani nella XIV e nella XVI Legislatura, nonché l’istituzione di una Commissione speciale per la promozione e la tutela dei diritti umani nella XV e nella XVII Legislatura, che hanno di volta in vota integrato l’operato degli organismi precedenti attraverso il contributo della società civile, delle associazioni, delle organizzazioni non governative e di numerosi esperti. Per tanto auspichiamo che anche in questa legislatura si dia il via libera in tempi rapidi a questo organismo il cui percorso, ci auguriamo, non sia influenzato da orientamenti palesati da alcuni ministri del Governo”.
Tenendo conto dei temi principali sviluppati e trasformati in legge nel corso delle precedenti Legislature, dall’abolizione della pena di morte nel mondo, all’introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, dalla promozione e l’attuazione del diritto di asilo, alla lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione delle minoranze, è facile comprendere come e perché tale “materia” possa essere osteggiata.
Il perno centrale del testo che chiede l’istituzione della Commissione manifesta la necessità di un’attività estesa nel tempo, trasversale ed organica, attraverso la costante attenzione delle istituzioni verso i temi dei diritti umani.
Come evidenzia la mozione, nelle ultime due Legislature il Senato ha avvertito l’esigenza di proseguire il lavoro delle Commissioni per i diritti umani, anche sulla base dei due cicli di revisione periodica universale disposti dal Consiglio dei diritti umani dell’ONU che hanno fotografato la situazione del nostro Paese nel 2010 e nel 2017.
L’aspettativa di quanti hanno firmato l’atto che dovrebbe dar vita a questo importante organismo parlamentare, e di tutte le organizzazioni che si occupano del tema, è che non solo si approvi al più presto la sua istituzione ma che sia giunto il momento di costituire in Senato una Commissione permanente, con l’obiettivo di mantenere elevato il monitoraggio e l’attività di indirizzo sui temi della promozione e della tutela dei diritti fondamentali della persona.
“Sarebbe una follia non istituire la Commissione speciale per i diritti umani come avrebbe in mente qualche esponente della Lega – il commento del senatore del Partito democratico Gianni Pittella, già vice presidente de Parlamento Europeo e attento osservatore dei temi internazionali, nonché dei diritti umani – Un Parlamento che si rispetti fa della tutela delle persone e della difesa dei loro diritti in ogni angolo del mondo, una sua priorità assoluta. E’ ciò che ha fatto il Parlamento italiano nel passato, è ciò che fa il Parlamento europeo. L’imbarbarimento della democrazia italiana che è nel DNA della Lega si esprime anche con questi propositi malsani che noi del PD contestiamo con ogni forza!”.
Ci auguriamo che a pensarla come il senatore Pittella siano in tanti, e non solo tra i banchi dell’opposizione.


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