Francesco? Un “giornalista” inconsapevole

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Non c’erano i quotidiani al tempo di Francesco, non c’era la tv, non c’era il web. Chi avesse avuto tuttavia la ventura di inoltrarsi negli stretti vicoli cittadini e fosse giunto infine sulla piazza non avrebbe avuto difficoltà a scorgervi un qualche giullare diffusore di notizie, vere o false che fossero; con ancor più facilità, vi avrebbe forse incontrato dei mercanti, anch’essi viaggiatori per professione, attori non trascurabili di quel traffico di notizie che fu più intenso e veloce di quel che noi – uomini del terzo millennio – saremmo portati a credere. In alcuni momenti dell’anno, soprattutto, avrebbe incontrato i predicatori, veri e propri opinionisti del tempo.

Francesco fu tutte queste cose insieme: fu mercante, anzitutto, poi giullare (così definì se stesso e i suoi frati) e predicatore. In qualche modo, senza forzar troppo le cose, potremmo dire che fu anch’egli giornalista, anche se inconsapevole. Certo, volle essere, consapevolmente, banditore del suo Signore, annunciatore del suo Vangelo di salvezza. Tommaso da Spalato che, ancora studente, lo vide predicare a Bologna, sulla piazza del Comune, il giorno dell’Assunta del 1222, testimoniò che lo stile da lui tenuto lasciava scorgere un oratore politico più che non un predicatore vero e proprio: predicava infatti senza seguire le regole del genere, ma piuttosto mantenendo una stretta aderenza al vissuto quotidiano, facendo ricorso a tutti gli strumenti a sua disposizione. Tommaso da Celano disse che predicava con tutto il corpo, fino a farne una lingua, accentuandone gli aspetti drammatici.

Sapeva farsi ascoltare, mirando sempre e comunque a dire la verità, anche quand’era amara, cercando tuttavia il modo più adatto per dirla. Non puntava allo scoop, non a bruciare gli altri sul tempo, ma a dir bene le cose, nel modo giusto, perché sortissero l’effetto migliore. Se Francesco incontrasse oggi un giornalista, cercherebbe di apprendere da lui strumenti ulteriori per comunicare, ma vorrebbe soprattutto trasmettergli il proprio stile di comunicazione.


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