Caso Regeni. Ogni 14 del mese chiederemo al Cairo quali sono stati i passi avanti compiuti

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Quando il 16 agosto scorso i genitori di Giulio Regeni, accompagnati dal loro avvocato Alessandra Ballerini, concessero ai colleghi del TG1 e di RaiNews e a me del Giornale Radio un’intervista dopo l’annuncio da parte del nostro governo di rimandare l’ambasciatore al Cairo, ci salutarono dicendo che chiedevano una “scorta mediatica”, un sostegno da parte del mondo dell’informazione in previsione del viaggio che avrebbero voluto fare al Cairo per poter consultare il dossier sul caso di Giulio promesso dal Procuratore Generale Sadek.

A oggi Paola e Claudio Regeni non hanno ancora effettuato questo viaggio, ma l’idea della scorta mediatica e’ rimasta viva.

Oggi l’iniziativa voluta da Amnesty International e sostenuta dalla FNSI viene lanciata a Roma. La speranza e’ che siano tanti giornalisti che decideranno di aderire, non solo quelli che in questi 21 mesi hanno continuato a seguire il caso. Perche’ cio’ che ci chiedono Claudio e Paola Regeni e’ che il mondo dell’informazione non li abbandoni, soprattutto ora che il nostro Ambasciatore e’ pienamente operativo al Cairo ormai da un mese.

L’ambasciatore Cantini ha presentato la lettera di credenziali al governo egiziano il 14 settembre scorso. Come lo stesso ministro Alfano ci ha tenuto a chiarire, una delle priorita’ del nostro rappresentante diplomatico sara’ chiedere massima collaborazione alle autorita’ del Cairo per conoscere la verita’ sulla tragica morte di Giulio. E allora noi giornalisti che aderiamo alla scorta mediatica chiederemo ogni 14 del mese quali sono stati i passi avanti compiuti.

Perche’ non vogliamo che il ripristino delle normali relazioni diplomatiche tra Italia ed Egitto faccia calare il silenzio sulla morte di Giulio. E che si continui a tenere alta l’attenzione anche sui tanti egiziani che subiscono la stessa sorte di Regeni. Come vogliono i genitori di Giulio.


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