CHE COSA HA VISTO OSSIGENO AD AGOSTO 2017

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Attacchi molto gravi e nessuna misura in vista per fermarli.  I casi Borrometi, Palladino e Clavarino. Lo speciale su Klaus Davi

Si possono fare varie considerazioni sui risultati di agosto 2017 del monitoraggio degli attacchi nei confronti degli operatori dell’informazione effettuato da Ossigeno per l’Informazione. I 15 episodi che hanno permesso di aggiungere altri 30 nomi al lunghissimo elenco di giornalisti e blogger colpiti da questi attacchi sono descritti a parte (vedi dettagli).

La prima considerazione riguarda la particolare rilevanza di alcuni episodi: in particolare quelli contro Paolo Borrometi e Andrea Palladino, per la gravità dell’avvertimento, e quello contro Tommaso Clavarino, per il rango politico dell’aggressore. La seconda osservazione è che i 15 attacchi di agosto, nel loro insieme, tracciano un quadro davvero allarmante e a fronte di tutto ciò non si intravvedono iniziative adeguate per fronteggiare la situazione, né sul piano legislativo né sul terreno editoriale. Insomma, il fuoco divampa, l’allarme suona, tutti lo sentono, ma nessuno accorre per spegnere l’incendio. Non è una novità e Ossigeno avverte il dovere di ricordarlo. Non si stancherà ripeterlo finché non si comincerà a fronteggiare, con azioni concrete ed efficaci, i rischi a cui sono esposti i giornalisti, i blogger e tutti coloro che osano diffondere informazioni e opinioni impopolari o sgradite a personaggi e gruppi potenti. Occorrono inoltre interventi per contrastare più efficacemente le gravi violazioni della libertà di stampa connesse a questi attacchi.

Fra i tanti episodi, il rapporto dedica un’attenzione speciale, con vari approfondimenti, al caso del giornalista e massmediologo Klaus Davi. La sua vicenda pone vari interrogativi. Alcuni sono esplicitati, altri lasciati all’intuizione. Alcuni nascono dalla scarsa attenzione dedicata dagli esponenti politici e di governo a questo casso, agli attacchi e alle intimidazioni di vario tipo che questo giornalista ha subito mentre è impegnato in Calabria a svolgere un’inchiesta di carattere originale, di grande interesse, per la quale entra in contatto con persone legate in vario modo alla ‘ndrangheta. Un altro interrogativo nasce dal fatto che Davi per realizzare quest’impresa è diventato editore di se stesso, diffonde i contenuti su Youtube e attraverso una emittente locale. Dove sono i grandi media e il servizio radiotelevisivo pubblico? Chi farà concorrenza a Davi su queste informazioni che lettori e spettatori trovano tanto interessanti? Anni fa, molte informazioni e analisi sulla mafia che non trovavano più spazio sui giornali, trovarono spazio nei libri e da allora c’è una ricca produzione libraria sull’argomento. Analogamente forse Davi ha aperto una nuova era. La sua vicenda dice che le informazioni trovano sempre il canale per raggiungere i cittadini, a fatto che qualcuno le produca con i requisiti essenziali del giornalismo e dell’editoria e che non si faccia prevalere la legge del più forte.

ASP

Da ossigenoinformazione


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