Videogame sull’odissea dei profughi siriani: lo firma uno studente torinese

0 0

Si chiama “Il Viaggio” ed è diviso in quattro livelli, ognuno dei quali corrisponde a una diversa tappa tra la Siria e l’Italia di una famiglia in fuga. A breve sarà disponibile anche per tablet e cellulare. Bozzi, docente e co-autore: “Volevamo dare ai ragazzi la possibilità di calarsi il più possibile nei panni dei profughi”

TORINO – Stavolta sullo schermo non ci sono cattivi ghignanti, né principesse da salvare e draghi da sconfiggere: i pericoli da cui guardarsi qui hanno la forma delle onde che ingrossano l’Egeo meridionale, dei buchi nel legno marcio delle imbarcazioni di fortuna e dei kalashnikov imbracciati dalle decine di milizie che si contendono le spoglie della Siria. E’ un videogame a portare sugli schermi dei computer l’odissea dei profughi che da oltre un anno puntano verso l’Europa attraverso i Balcani. Si chiama “Il viaggio”, ed è un gioco di ruolo suddiviso in quattro livelli, ognuno dei quali corrisponde a una tappa attraversata da una famiglia in fuga: si parte dalla Siria, si punta a nord verso la Turchia e qui ci si imbarca verso la Grecia, per poi cercare di raggiungere l’Italia. Dovendosela vedere, nel frattempo, con tutto il campionario d’umanità che combatte, lucra o fugge dalla guerra civile: trafficanti senza scrupoli, soldati, guerriglieri, agenti di frontiera.

L’idea di trasporre la diaspora siriana in forma di videogioco l’ha avuta Marcello Bozzi, docente di informatica all’Istituto tecnico industriale “Majorana” di Grugliasco (Torino), nonché appassionato programmatore col pallino dei videogame applicati alla didattica. Per realizzare “il viaggio”, Bozzi si è affidato a uno dei suoi migliori alunni, Riccardo Squaiella, 17 anni appena: è stato lui a implementare le funzionalità di questa prima versione “beta”,  che al momento gira solo su Pc “ma presto – assicura il docente – sarà disponibile anche come applicazione per tablet e cellulari”. Nel frattempo, un’anteprima è stata presentata in occasione di un convegno per le scuole superiori sul tema delle migrazioni, al termine del quale gli alunni di diversi istituti hanno potuto cimentarsi in una partita di gruppo: il coinvolgimento dei ragazzi era palpabile, indice di quanto l’intuizione di Bozzi abbia colpito nel segno. “L’idea – spiega il docente – era dare ai ragazzi la possibilità di calarsi il più possibile nei panni dei profughi. Per questo abbiamo scelto la formula del gioco di ruolo: ogni giocatore connesso impersona il membro di una famiglia di profughi, ma solo il capofamiglia potrà effettivamente prendere le decisioni. In questo modo, i partecipanti sono costretti a discutere per ponderare insieme ogni scelta; e questo stimola una certa identificazione con i protagonisti. La dinamica di gioco, in realtà, si svolge tutta fuori dallo schermo”.

La prima di tali scelte riguarda il bagaglio; al momento di partire, con uno spazio limitato a disposizione, bisognerà decidere tra una serie di beni e oggetti che avranno un diverso punteggio sotto il profilo del valore affettivo ed economico, ma anche del peso e dell’ingombro: una bambola di pezza pesa 40, ha un valore affettivo di 25 e uno economico di 100; una pagnotta o una lattina di cibo in scatola, invece, non avranno valore emotivo, ma saranno necessarie per nutrisi. “In questo modo – continua Bozzi – il giocatore si troverà a scoprire che, per quanto sia fondamentale mangiare, anche il valore affettivo è importante, perché serve a tenere su il morale durante un viaggio difficile”. Andando avanti, poi, le situazioni da affrontare si faranno via via più difficili, ma anche reali: bisognerà trattare con i trafficanti, gestire il denaro e le risorse a disposizione, scegliere se “adottare” o meno un’orfana incontrata lungo il cammino. In tutto ciò, non ci sono “cattivi” da uccidere, né premi per chi arriva prima: l’obiettivo è semplicemente portare in salvo la propria famiglia. E, pur senza sparatorie o grossi effetti grafici, ogni “game over” qui pare drammaticamente più reale che altrove. (ams)

Da redattoresociale


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21