Alla vigilia della nuova Rai

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Siamo alla vigilia di un cambiamento non piccolo nei programmi che il governo delle “larghe intese” ha deciso di applicare nelle prossime settimane. E il tutto avverrà non nella Roma impegnata, come si è visto nei giorni scorsi, ad occuparsi della politica resa più inquieta dall’arresto del terrorista somalo che preparava in Molise-secondo le cronache-un attentato alla stazione Termini o delle mazzette per pilotare i ricorsi fiscali scoperti dalla procura di Campobasso ma nella Milano dove si trova ad operare il direttore generale di quella che- seguendo, a quanto pare, una  preferenza del governo in carica-si chiama di nuovo “televisione ufficiale”, come già si chiamava ai tempi della Democrazia Cristiana ma anche  in quelli del centro-sinistra organico negli anni Sessanta e Settanta.

Qui, secondo indiscrezioni che diventano sempre più insistenti e -per così dire- ragionevoli e corrispondenti a fondate previsioni il direttore generale Campo dell’Orto, d’accordo naturalmente con il governo delle larghe intese e, in particolare, con il presidente del Consiglio Matteo Renzi -si prepara ad effettuare alcuni cambiamenti che risponderebbero-sulla base di contratti in scadenza o comunque passibili di conclusione dopo alcuni anni- all’esigenza, da una parte, a rendere la televisione ufficiale più  vicina alla maggioranza parlamentare e del partito democratico e, dall’altra, a cercare di contrastare meglio la concorrenza non soltanto di Mediaset ma anche (o soprattutto) quella di Sky e de la7 che di recente ha messo a punto alcune acquisizioni vantaggiose. Così un primo posto destinato a cambiare gestore è sicuramente l’informazione di RAI Tre che per molti è stato il fortilizio della minoranza del PD o di quelle frange che comunque non si riconoscono nella linea dell’ex sindaco di Firenze e che semmai pensano alle frange uscite dal partito e che si presenteranno a Roma e in altre città con propri candidati nelle prossime elezioni amministrative.  Di qui la concreta prospettiva della sostituzione di Massimo Giannini nel settimanale Ballarò  per il quale si parla del possibile ritorno in RAI del giornalista Gianni Riotta. E subito dopo c’è il TG3, condotto da oltre sei anni da Bianca Berlinguer, e la possibile di un settimanale che rappresenterebbe il nuovo impegno della figlia dell’ultimo grande segretario del partito comunista. Ci sono inoltre altri settimanali come Presa-diretta condotto da Riccardo Icona che potrebbero subire cambiamenti o spostamenti all’interno del palinsesto della Rai…


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