Personaggi non personalità, battutisti non statisti

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Frenata di crescita e lavoro, annuncia il Corriere. I gufi son tornati e infatti Giannelli li sbatte in prima pagina. Oppure è vero che i dati, come i fatti, abbiano la testa dura: li si può interpretare ed edulcorare ma alla fine tornano a essere numeri. “Frena il PIL, effetto paura sulla ripresa”, Repubblica da la colpa all’Isis. “Crescita in lieve frenata, a rischio l’obiettivo dello 0,9%”:  il Sole24Ore si aggrappa ai decimali. Vediamo: nel terzo trimestre il PIL è cresciuto dello 0,2 per cento, meno di quanto sperasse il governo. La disoccupazione è scesa all’11,5%,, livello più basso dal 2012, ma è diminuito anche il numero degli occupati ed è risalita la disoccupazione giovanile. Che vuol dire? Che ci sono più vecchi al lavoro -effetto della riforma Fornero, spiego il manifesto- e meno adulti tra 35-49 anni in fabbrica. Vuol dire, poi, che le imprese continuano a non assumere i più giovani. Qui si apre un  baratro. “Pensioni, la beffa degli under 40”, grida la Stampa. “Lavoreranno fino a 75 anni e avranno assegni ridotti di un quarto”. L’ha detto l’Ocse, lo ha confermato il presidente dell’Inps, Tito Boeri. Il Fatto scopre che “da gennaio sono stati creati appena 2mila posti di lavoro stabili”. “Jobs crac. L’occupazione è ferma e Renzi ha regalato 3 miliardi”.

Il Parlamento ostaggio del governo (non dei “franchi tiratori”). Ieri ventottesima votazione a vuoto per eleggere tre giudici costituzionali. “Fumata nera e Pitruzzella si ritira. Nei guai Pd e Forza Italia”, titola la Stampa. Michele Ainis si chiede se qualcuno per caso non stia cercando di sbarazzarsi della Corte “Dopo un anno e mezzo, dopo 28 votazioni andate a vuoto, il sospetto è più che legittimo. Così, senza esporsi né contarsi, la politica si sbarazzerebbe d’un intralcio che annulla le leggi del governo, boccia i referendum dell’opposizione, s’azzarda perfino a riscrivere le norme elettorali. Delitto perfetto. E oltretutto consumato all’ombra del voto segreto: tutti colpevoli, nessun colpevole, come nei Dieci piccoli indiani di Agatha Christie”. Repubblica dà conto della rinuncia di Pitruzzella: “Sono stati i Dem a candidarmi, gli avevo detto che ero indagato”. Se sapevano, perchè lo hanno candidato? Semplice: perchè Renzi vuole a tutti i costi Augusto Barbera, ottimo giurista ma uno dei pochi dichiaratamente a favore sia dell’Italicum che della riforma del Senato. Dunque -spiega Stefano Folli- “i vertici del Pd hanno cercato di mettere in scena un mini-patto del Nazareno per non coinvolgere (sbagliando) i Cinque Stelle”. Soluzioni alternative ce ne sarebbero, sostiene il Corriere. Franco Modugno, candidato dei 5 Stelle, Mazzamuto per i centristi, Guzzetta per Forza Italia e Massimo Luciani “sospinto dalla minoranza Pe e non sgradito ai grillini”. Oggi ventinovesima votazione.

Dopo Berlusconi anche Matteo benedice il teatrino del potere, scrive Repubblica. Quale teatrino? Sempre quello di Bruno Vespa, piegato alla diuturna presentazione dei suoi libri, vero supplizio di Tantalo di chi ha potere e vuole mostrarlo. Renzi prova a cavarsela con una battuta: “Vespa? É come il G7”. Ma il rottamatore è ormai un restauratore e si merita il giudizio sferzante -contro la politica in genere, ci mancherebbe, non riferito in particolare al  premier- di Massimo Gramellini: “Da quando le personalità sono state sostituite dai personaggi e gli statisti dai battutisti, la politica si è appiattita su un eterno presente che coniuga i verbi al futuro solo per illudere e ingannare”.

Per riformare le pensioni. Interessante articolo di Alessandra Del Boca e Antonietta Mundo, a pagina 30 del Corriere. “Il padre di una di noi due, oggi 90enne, andato in pensione nel 1981 a 57 anni, vedrebbe (con le proposte du Boeri) la sua pensione tagliata del 21,5%”. Si possono “decurtare (così) le pensioni? Solo in due casi: bancarotta o rivoluzione, dice Pietro Ichino”. Pacta sunt servanda. Oppure no?

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