Patrimonio a perdere.  L’antica Liternum chiusa da tempo va visitabile per il Ministero

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A Lago Patria, frazione di Giugliano, a pochi chilometri dall’odierna Villa Literno, sorge il Complesso archeologico di Liternum, l’antica colonia romana, assegnata a trecento veterani della II Guerra Punica, probabilmente appartenenti all’esercito di Publio Cornelio Scipione l’Africano, che vi si rifugiò esule in una villa fortificata e, secondo la tradizione, vi fu sepolto. Fondata nel 194 a.C., fu abbandonata nel V sec. causa l’impaludamento del sito. Solo a partire dagli anni trenta (1932) furono avviate le operazioni di scavo che diedero alla luce notevoli testimonianze archeologiche. Un complesso davvero interessante, soprattutto perché conserva le spoglie del vincitore di Zama, che accusato ingiustamente di tradimento abbandonò l’ingrata patria (Roma): ….non avrai nemmeno le mie ossa, proferì prima di morire.

Il sito è visitabile e incluso nell’elenco dei musei e aree archeologiche aperti gratuitamente la prima domenica di ogni mese, in ottemperanza al Decreto Franceschini, riforma che, tra l’altro, il ministro ha festeggiato con un tweet: “Oggi compie un anno la domenica gratuita nei musei. Sempre di più quelli comunali che aderiscono: una festa popolare ogni #domenicalmuseo”. Peccato che il Parco archeologico Liternum fosse chiuso (da settembre 2014  per essere precisi). Scaduta la convenzione con la Pro Loco Litorale Domizio, il parco dichiarato inagibile già l’anno precedente, ha chiuso i cancelli: almeno ai turisti, visto che al suo interno ci sono perlomeno un paio di abitazioni: con bucato steso e centauri in sella.

In realtà, non è la prima volta che si riscontrano inesattezze di questo tipo, tra luglio ed ottobre dello scorso anno comparivano sull’elenco, siti quali: la Villa Romana in Punta San Limato, nel territorio di Cellole, e l’area Archeologica (subacquea e non) di Sinuessa, nel comune di Mondragone, chiusi al pubblico da tempo considerevole. Sarà per questo che lo stesso ministero sul sito specifica: l’elenco è stato compilato sulla base delle informazioni pervenute dalle strutture periferiche competenti. Le eventuali integrazioni saranno pubblicate tempestivamente. Sebbene il problema maggiore resta la fruibilità e la valorizzazione del patrimonio artistico-archeologico italiano troppo spesso abbandonato, almeno il MiBACT provi ad essere attendibile, se non altro nascondiamo la polvere sotto il tappeto.

Peccato per i siti minori e per tutto il nostro patrimonio artistico-archeologico. Si dice sempre che le periferie urbane e i grandi e piccoli borghi possono sopravvivere solo se propositivi, ma vantare un passato prestigioso e non poterne trarre alcun giovamento culturale, economico e sociale è quasi una disfatta totale, un po’ come quella di Annibale a Zama.

Liternum, tra via Scipione l’Africano e le acque del Lago Patria potrebbe essere una location perfetta per set fotografici, almeno per l’industria dei matrimoni, tanto florida in zona e invece è lasciata alla mercé di erbacce ed oblio. Lo stesso dicasi di tanti altri “siti minori” in tutta Italia.


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