Al signor capofamiglia Renzi c/o Palazzo Chigi

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“E’ previsto dal protocollo di sicurezza” afferma lo Renzi il munifico. Per quel protocollo il Paese investe (spesso spreca) milioni l’anno nel di tutto e di più non meglio identificabile (insisto: sono anni che attendo, invano, di conoscere la lista dei protetti) perciò non comprendiamo la risposta tranchant. Qualche settimana fa entrammo nel merito aeronautico della ministra Pinotti atterrata al suo domicilio invece che sulla pista di partenza. A mio sommesso parere fu questione di buon senso: la macchina era già in volo, dunque il popolo italiano ha solo concesso passaggio di gentilezza.  Il volo blu della famiglia Renzi è ben altra questione: non risulta che la famiglia, imbarcata in apposita tappa fiorentina, abbia pagato il prezzo del volo proseguito per personale rotta valdostana.

Nei Paesi civili le famiglie dei premier -in viaggio di piacere ma anche “d’accompagnamento istituzionale”- preferiscono servirsi di voli di linea (se low-cost meglio) che pagano in proprio ovviamente perché l’accompagnare il congiunto a bordo d’aereo “personale” (nel caso: in persona dello Stato) ha costi elevatissimi sicché viaggiano a parte.

Sarà appena il caso di leggere meglio attentamente i protocolli italiani. Sicuramente, così come quasi tutte le leggi, sono incomprensibili, talmente soggetti a interpretazioni da indurre perfino in errore. Quel protocollo lì in ogni caso è formulato nell’interesse di Stato (che siamo tutti noi, non solo tutti loro). Ne consegue pertanto che pagare il biglietto alla premier’s family ovviamente non rientra nell’interesse e nel bene comune.

Ciò premesso, scusandoci per lo spiacevole equivoco, provvederemo quanto prima all’invio di fattura ad hoc. Distinti saluti.


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