Dolomiti, montagne-uomini-storie. Reportage di Piero Badaloni (con la collaborazione di Fausta Slanzi)

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L’obiettivo dei documentari è di raccontare le Dolomiti per la prima volta senza confini, nella loro globalità, così come le ha lette l’Unesco quando, nel 2009, le ha definite un patrimonio dell’umanità per il loro grande valore geomorfologico e per la straordinaria bellezza del paesaggio.

La prima delle sei tappe del nostro viaggio è nel Bletterbach, un canyon profondo 400 metri, dove un giovane geologo ci racconta come nacquero le Dolomiti, 250 milioni di anni fa, mostrandoci i vari strati che si sono succeduti nel tempo.

Poi ci sposteremo sulla cima della regina di queste montagne, la Marmolada, per seguire un ricercatore del Museo della scienza di Trento, mentre misura lo stato di salute del ghiacciaio che rischia di scomparire fra poche decine di anni.

Alla sua base incontreremo un ex ristoratore, che ha trasformato il suo locale in un museo dove custodisce centinaia di reperti della prima guerra mondiale, raccolti nelle gallerie scavate dai soldati sotto il ghiacciaio.

È una storia, quella delle Dolomiti, che scopriremo attraverso le storie di chi le studia e le protegge, di chi ne ha conquistato le vette, di chi ne coltiva le pendici con fatica e tenacia, di chi ne utilizza le acque che sgorgano dalle sorgenti per produrre energia, e il legname dei boschi per costruire case, cercando di mantenere intatto un paesaggio di cui fanno parte non solo monumenti naturali come i monti con le loro caratteristiche guglie, ma anche gli alpeggi, pieni di malghe e baite, e i mille paesi, piccoli e grandi, con le loro tipiche abitazioni e fienili, sparsi per le valli, ognuno con la sua architettura particolare.

La nostra telecamera, con il microfono sempre aperto, ha attraversato tutti i nove gruppi protetti dall’Unesco, da quelli trentini delle Pale di San Martino e del Brenta, con il suo celebre campanile, a quelli altoatesini delle Odle e dello Sciliar, dalle Dolomiti bellunesi, fino alle Dolomiti friulane, anch’esse contraddistinte da un campanile, quello di Val Montanaja.

Il quadro che ne emerge è uno straordinario mosaico di testimonianze, che provano l’attaccamento alle loro montagne, espresso da ciascuno a proprio modo, di tutte le persone che abbiamo incontrato durante il nostro lungo viaggio, 8mila km in 60 giorni.

A raccontarci la storia della conquista delle vette dolomitiche, dall’800 ad oggi, nella seconda puntata, saranno illustri alpinisti come il “ragno” Cesare Maestri, il precursore dei free clymbers, Maurizio Zanolla, detto Manolo, l’”himalayana” Nives Meroi, la guida gardenese Adam Holzknecht e il “trasgressivo” Mauro Corona.

Non bisogna dimenticare poi che le Dolomiti sono state e continuano ad essere una straordinaria fonte di ispirazione per gli artisti, a cominciare da Tiziano, che nacque a Pieve di Cadore e dipinse per primo queste montagne in un quadro diventato celebre in tutto il mondo.

Oltre ai pittori, diversi scultori hanno lasciato il segno della loro arte sul legno dei boschi dolomitici. Il più famoso è Andrea Brustolon: lo chiamavano il Michelangelo del legno. Molte sue opere, scolpite fra il ‘600 e il ‘700, sono sparse nelle chiese delle valli bellunesi e non solo.

Anche tanti famosi scrittori furono rapiti dalla “sublime bellezza” di queste cime: Dino Buzzati amava rifugiarsi nella villa di famiglia, alle falde delle Dolomiti bellunesi, per creare i suoi romanzi. Hemingway era ospite fisso a Cortina, come Goffredo Parise. Agata Cristhie ambientò alcuni suoi romanzi nei boschi intorno al lago di Carezza.

E poi c’è la musica che è nata da queste cime, a partire dai canti montanari raccolti dai fratelli Pedrotti, che hanno creato nel 1927 quello che è considerato il coro più famoso delle Dolomiti, il coro della Sat. Di tutto questo parleremo nella terza puntata.

La quarta puntata invece è dedicata al paesaggio che circonda le cime dolomitiche, alla flora e alla fauna che lo rendono unico. Vedremo come si cercano di tutelare le specie a rischio di estinzione, il prezioso ruolo svolto dai parchi naturali nel mantenimento dell’ecosistema e quello meno noto ma altrettanto prezioso delle Regole, istituti nati nel medioevo, nella gestione dei boschi e degli alpeggi.

La quinta puntata è dedicata agli abitanti delle Dolomiti, ai loro costumi, alle loro tradizioni conservate gelosamente attraverso i secoli, alle leggende che accompagnano la loro vita, al ruolo svolto dagli istituti culturali per mantenere un’identità messa in pericolo dall’irruzione della modernità in valli rimaste fino a ieri isolate da tutto e da tutti.

Ma a fare onore a queste montagne sono anche sportivi come Armin Zoeggler, il grande campione dello slittino, Kristian Ghedina, il re della discesa libera, Gabriella Paruzzi, la campionessa dello sci da fondo, Tone Valeruz, il fuoriclasse dello sci estremo.
Li incontreremo nella puntata finale, la sesta, dedicata alla storia del turismo e alla sua progressiva evoluzione.

Tutti questi e tanti altri, sono i protagonisti delle sei tappe del nostro viaggio: ci aiuteranno a capire perché le Dolomiti non potevano non essere considerate un patrimonio di tutti, grazie al loro eccezionale valore scientifico, alpinistico, culturale, naturale, economico e sociale.

Questi i titoli delle sei puntate:

La nascita dell’arcipelago
dalla scoperta alla conquista
il fascino del sublime
l’ambiente naturale e la sua tutela
gli abitanti dell’arcipelago
dal passato al futuro

la 1° puntata (“La nascita dell’arcipelago”), andrà in onda su RAI STORIA
alle 19,30 di sabato 13 settembre


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