Il coraggio della pace e la cacciata dei mercanti dal tempio. Un caffè

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“ll nord al Pd, Livorno a Grillo”, titola la Repubblica. Non me la sento di condividere. Certo, la vittoria grande di Renzi e del Pd alle europee e al primo turno delle amministrative, non è svanita al ballottaggio. A Pavia un insegnante ecologista che ho avuto il piacere di sostenere, Massimo De Paoli, ha rovesciato il pronostico e sconfitto una delle facce più popolari di Forza Italia, quella dell’ex formattatore Alessandro Cattaneo. Gori ha vinto a Bergamo, il Pd a Vercelli, Biella, Verbania, Cremona e Modena. Ma la Lega si è presa Padova, già feudo di Zanonato. Un candidato a 5 Stelle, sostenuto dalla sinistra della sinistra, ha espugnato Livorno. Il Pd ha perso Perugia, Teramo, Foggia e Potenza, consolandosi con Bari e Pescara. Anche alle porte di Roma, a Civitavecchia, un 5 stelle diventa sindaco.

Più giudizioso il Corriere titola: “Sorprese nel voto, frenata del Pd” e Massimo Franco denuncia “Gli umori variabili”. Dell’elettorato. Certo variabili, ma comprensibili. Dove il Pd è il partito pigliatutto, dove coopta e tutela tutti i poteri,mette su non importa quale comitato elettorale, imbarca un mare di liste, professionisti di destra, consulenti spregiudicati ed avidi, comitati d’affari, beh allora basta un niente per indurre gli elettori al ribaltone. E la querelle che si sta aprendo tra Renziani della prima (il rinnovamento siamo noi) e Renziani  ex qualcos’altro (se non si lavora sulla forma partito, non saremo credibili) mi pare che non colga il nodo vero, il messaggio forte ma contraddittorio del voto di ieri e di quello del 25 maggio. Gli Italiani hanno chiesto a Renzi di tenere insieme il paese, ma non vogliono che usi come colla i comitati d’affari, il denaro dei troppo ricchi e potenti che poi condizionane le scelte, né le lobbies o le cordate occulte.

Chiamparino chiede una Leopolda per “cacciare i mercanti dal tempio”. (Dunque il Pd deve essere “diverso”?). Guerini promette “falso in bilancio” e “modifica della prescrizione”. Dice che insieme a Berlusconi si abolisce il senato ma non si mantengono le vecchie leggi salva corrotti. Speriamo.  Però, cari amici amministratori, nei comuni e ancor più nelle regioni serve almeno altrettanta aria nuova di quanto non ne occorra a Monte Citorio e a Palazzo Madama. Cominciamo con il rinunciare alla stupidaggine di sindaci e governatori che si occupano di leggi costituzionali a tempo perso, proseguiamo con una riforma della legge per i comuni: per un candidato sindaco, una sola lista. Questo ci dice il voto.

“Il coraggio della pace. Il papa spinge all’abbraccio Peres e Abu Mazen”, Corriere. “L’abbraccio dal Papa di Israele e Palestina”, Repubblica. “Pace possibile in Terra Santa”, la Stampa. Questa volta Bergoglio l’ha fatta grossa. Certo pregando l’unico Dio delle religioni monoteiste. Però mettendo insieme un israeliano e un palestinese, entrambi sconfitti, come i loro popoli, ma tutti e due convinti che solo il dialogo possa servire, Papa Bergoglio ha dato uno schiaffo a Netanyahu, che sta prendendo a pretesto l’accordo tra Fatah e Hamas per chiudere a ogni confronto. E ha dato un buffetto a John Kerry, mostrandogli come senza generosità e visione del futuro, anche il più abile tra i mediatori non possa che registrare i veti incrociati. Non sarà per domani la pace in Palestina. Ma se l’Europa (cristiana?) fosse più indipendente dai capricci della destra israeliana e dagli interessi a stelle e strisce, forse, lungo i sentieri del Papa, il dialogo potrebbe germogliare.

Cavoli amari per Felipe VI futuro Re di Spagna. Il 62% dei suoi presunti sudditi vorrebbe scegliere, con referendum, tra monarchia e repubblica. Né l’ombra di Juan Carlos si è tolta di mezzo con l’abdicazione. Al contrario. Per qualche tempo l’ex sovrano resterà senza tutela giuridica. Un pericolo per la famiglia reale, che ha spinto il re a lasciare, e per i socialisti che dovrebbero, insieme ai popolari, concedere un salvacondotto all’ex monarca . Così un po’ tutti sperano nei Catalani. Se Barcellona brigasse l’indipendenza da Madrid attraverso un patto col nuovo Re, invece di rievocare furori repubblicani! La monarchia appesa a una trattativa con i separatisti. Non c’è che dire: l’Europa cambia.

In Francia, mentre Hollande cerca di tirarsi un po’ su con le celebrazioni del D Day e la riduzione a 14 delle 22 regioni, Marine Le Pen ammette che il padre, Jean Marie, ha commesso una “faute politiche” dicendo in pubblico di voler mandare ai forni uno scrittore ebreo. In realtà Marine ha anche detto che la frase del padre è stata maliziosamente fraintesa ma che un politico avvertito come lui non poteva non mettere in conto che questo sarebbe successo. I fascisti di sempre, anti semiti per vocazione, nemici della tolleranza e della ragione, provano dunque a indossare il doppio petto. Sembrano goffi come foche, ma non per questo meno pericolosi. L’Europa cambia.

Da corradinomineo.it


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