Presentato un esposto alla Procura della Repubblica per i fatti del CIE di Gradisca. Morto Majid, il migrante caduto dal tetto durante le proteste dell’agosto 2013

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Oggi l’associazione Tenda per la Pace e i Diritti e molte delle associazioni aderenti alla campagna LasciateCIEntrare hanno depositato presso le Procure della Repubblica di Gorizia, di Roma e di Napoli un esposto per chiedere accertamenti e indagini sugli avvenimenti dell’agosto 2013 all’interno del CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) di Gradisca d’Isonzo.
Si è trattato di scontri, pestaggi, lanci di lacrimogeni che iniziati l’8 agosto, sono durati diversi giorni e in circostanze ancora da chiarire, nella notte tra l’11 e il 12 agosto, uno dei migranti cade dal tetto e finisce in coma. Majid era nel centro da poche settimane: è morto il 30 aprile scorso all’ospedale di Monfalcone.

Il Centro di Identificazione ed Espulsione di Gradisca d’Isonzo è chiuso da novembre 2013 a seguito dell’ennesima protesta da parte dei trattenuti ma rimangono nell’ombra molti avvenimenti.
Nell’esposto vengono evidenziati i fatti, ricostruiti grazie alle testimonianze dei migranti, di associazioni e dei parlamentari che sono giunti sul posto chiamati d’urgenza durante quei giorni di proteste e di rivolte. Di particolare gravità risulta l’uso dei lacrimogeni CS (un gas considerato letale) da parte delle forze di sicurezza: inutile e spropositato il ricorso a questi mezzi per sedare la protesta di persone rinchiuse in una struttura chiamata “gabbia” per le alte sbarre che la circondano.
Gli scontri e i pestaggi avvengono nella “vasca”, il cortile interno semichiuso e delimitato da pareti in plexiglass che non ha consentito ai fumi e vapori irritanti di dissolversi, causando malori ai migranti.
Le associazioni e i firmatari dell’esposto si chiedono se non ci sia stato un abuso di potere da parte delle forze dell’ordine preposte alla vigilanza del centro.
Sono molte le testimonianze dell’accaduto: migranti, medici, operatori umanitari e parlamentari racconteranno cosa è stato il CIE di Gradisca, perché non deve più riaprire e perché vanno chiusi tutti i CIE presenti sul territorio italiano.

Se ne parla il 13 maggio alle ore 11.00 presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana in C.so Vittorio Emanuele, 249 – Roma

Presentano l’esposto e gli sviluppi dei fatti di Gradisca:
Galadriel Ravelli Tenda della Pace e i Diritti
Gabriella Guido – portavoce della campagna LasciateCIEntrare
Alberto Barbieri – Medici per i Diritti Umani
Pietro Soldini – CGIL
Oria Gargano – BE FREE

Saranno mostrati video e testimonianze sugli incidenti di Gradisca che hanno portato al temporaneo svuotamento e chiusura del centro.
Un ennesimo episodio quello di Gradisca che dimostra il fallimento del sistema di detenzione amministrativa e l’urgenza di soluzioni alternative, mentre il Governo e gli organi preposti mostrano un colpevole silenzio e totale assenza d’iniziative volte alla revisione del sistema. Un sistema di detenzione imploso, che registra una continua violazione dei diritti umani e sul quale gravano fin troppe detenzioni “illegittime”, interrogazioni parlamentari, denunce, imputazioni per reati penali commesse dagli enti gestori (tra cui Connecting People che gestiva il CIE di Gradisca e continua a gestire altre strutture), oltre che un enorme spreco in termini di risorse finanziare.

LasciateCIEntrare denuncia inoltre quanto alla vigilia delle elezioni europee il tema dell’immigrazione venga ignorato o usato strumentalmente dai candidati di alcune forze politiche: il futuro europarlamento e l’attuale Governo italiano sono chiamati a rispondere immediatamente con soluzioni che garantiscano la difesa dei diritti umani così come l’incolumità degli uomini, donne e bambini migranti che arrivano nel nostro paese e in Europa, i meccanismi di ingresso e di soggiorno e la revisione della normativa in materia di immigrazione.

L’esposto è stato firmato tra gli altri da:
A BUON DIRITTO, ANTIGONE, ASGI, BE FREE, CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE, DA SUD, MELTING POT, ARCI Thomas Sankara e Ass. GARIBALDI 101. E dai parlamentari COSTANTINO, FRATOIANNI e PELLEGRINO di SEL e dai candidati all’europarlamento CASARINI, FURFARO e ALOTTO.

Contatti:
Ufficio Stampa – Paola Ferrara 328.4129242
Coordinamento campagna LasciateCIEntrare – Gabriella Guido 329.8113338
ggabrielle65@yahoo.it

La campagna LasciateCIEntrare è nata nel 2011 per contrastare una circolare del Ministero dell’Interno che vietava l’accesso agli organi di stampa nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione): appellandosi al diritto/dovere di esercitare l’art. 21 della Costituzione, ovvero la libertà di stampa, LasciateCIEntrare ha ottenuto l’abrogazione della circolare e oggi si batte per la chiusura dei CIE, l’abolizione della detenzione amministrativa e la revisione delle politiche sull’immigrazione.


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