Legislatura in pericolo?

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Non si può dire con certezza se la legislatura avrà termine con quasi un anno di anticipo sul previsto ma i rapporti tra l’attuale presidente del Consiglio Enrico Letta e il nuovo segretario del partito Matteo Renzi non promettono nulla di buono per il governo cosiddetto delle “larghe intese” che include il Partito democratico,i centristi di Casini e di Scelta Civica.Se a questo si aggiunge la pace armata che ancora resiste(ma con qualche difficoltà) tra i dirigenti e i parlamentari  che si rifanno al nuovo segretario e quelli,sicuramente più numerosi,che da lui si distaccano nel maggior partito presente nelle due Camere. Già perchè è vero che Matteo Renzi è stato eletto, attraverso le primarie dal settanta per cento degli iscritti al partito,ma è difficile oggi come oggi in partiti che dal 1992-93 sono divenuti soprattutto comitati elettorali e truppe scelte al fianco dei singoli leader pensare che quel risultato rifletta,con quello dei semplici iscritti al Partito,anche l’opinione dei dirigenti che occupano le poltrone importanti negli organismi dirigenti. E questo,lasciatemelo dire, è uno dei lasciti peggiori che ci ha lasciato il ventennio populista berlusconiano.

Chi fa politica da qualche tempo  sa che quel che conta è l’esempio dominante:e questo è stato dal 1994 ad oggi-pur con qualche intervallo-l’esempio dell’uomo solo che ha guidato un movimento nato qualche mese prima e divenuto in pochissimo tempo il partito principale con il numero maggiore di seggi così da portare il proprio leader  alla presidenza del Consiglio e lasciarvelo per molti anni, prima della clamorosa decadenza senatoriale e il tramonto più o meno finale.


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