Un clima torvo

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Com’è torvo il clima di questo autunno! E come aumenta il distacco tra i cittadini e la politica e come sordi e lontani continuano ad apparire i responsabili istituzionali delle larghe intese.

Caso Cancellieri: LeG ha chiesto da subito che il ministro lasciasse il suo posto. Il governo e il Pd hanno blindato la Guardasigilli e si ostinano a difenderla mentre la sua posizione appare sempre più compromessa.

Decadenza: siamo davvero certi che la decisione verrà presa dall’aula del Senato il 27 novembre? Quante sono le manovre in corso per rinviare ancora una decisione che andava presa “immediatamente”?
La situazione dell’occupazione e le previsioni per la tenuta di questo paese registrano ogni giorno gravi peggioramenti. Abbiamo chiesto parole di verità al governo e non quei mezzi sorrisi rassicuranti che non danno certo sollievo a chi oggi è disperato.
Legge elettorale: a quanto sembra ancora tutto in alto mare. LeG aveva chiesto fin dal 2010 che in assenza di una riforma votata dal parlamento si tornasse provvisoriamente al Mattarellum. Oggi pare che qualcuno pensi ancora di imboccare quella strada, ma bisogna farlo subito, in modo che possa essere possibile tornare al voto appena fosse necessario, senza il Porcellum.
Costituzione: ai primi di dicembre toccherà alla Camera votare in seconda lettura la deroga del 138, quasi unanimemente giudicato un precedente pericolosissimo e una violazione della Regola più importante della nostra Carta. LeG insieme alle associazioni della Via Maestra si è battuta strenuamente anche con appelli ai singoli parlamentari, quando è stato il turno del Senato. In quella sede era possibile che pochi senatori facessero la differenza e consentissero, non raggiungendo i 2/3 dell’assemblea, di ricorrere al referendum. Alla Camera i numeri non ci sono, questo non ci impedirà di rivolgerci anche ai deputati facendo loro presente in tutte le sedi la gravità di questo voto.
La conferma di quel clima torvo appena evocato sono le minacce gravissime di cui sono oggetto sia il Pm Di Matteo che il giornalista dell’espresso Lirio Abbate. L’Antistato è al lavoro per impedire come sempre che si faccia luce sugli indicibili accordi fra criminalità e istituzioni.

Tutto questo mentre gli ultimi dati sulla corruzione diffusa danno a 50/60 miliardi di euro all’anno il peso delle tangenti. E intanto ci si interroga su come siano realmente nate le larghe intese: chi le voleva, chi le ha facilitate, chi ha truccato il gioco politico perché diventassero “inevitabili”.

Da libertaegiustizia.it


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