Italia, si vende. Il caffè del 25/9

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Comunque la pensiate, il re è nudo. Si svelano le malefatte, i nodi vengono al pettine. Lo so, sto mettendo in fila parecchi luoghi comuni, ma come nascondere che negli ultimi venti anni questo famoso bipolarismo all’italiana, mentre ci deliziava con risse e insulti televisivi, tenace, nascondeva la spazzatura sotto il tappeto, non diceva la verità agli italiani, usava i tassi di interesse più bassi per tirare a campare invece di investire sul futuro?

Repubblica: “Telecom, l’Italia svende”. Il Fatto. “Hanno spolpato il paese. Svenduta anche Telecom”. (leggere Meletti che fa, della vicenda, la migliore ricostruzione). Corriere: “Telecom scuote la politica”. Ma la Stampa: “Telecom spagnola. Via libera di Letta”. “Può migliorare”, ha detto il presidente del Consiglio. E che deve dire. La liberalizzazione, vale a dire la vendita a privati con grandi ambizioni e pochi denari, fu realizzata da Romano Prodi nel 1997. Ma non resse nemmeno una legislatura e già nel 99, D’Alema, al governo, diede la sua benedizione al salvataggio dei capitani coraggiosi, Colaninno in testa. Nel 2001 arriva Tronchetti Provera, con Benetton, Banca Intesa, Unicredit. Viva! Torna il salotto buono dell’economia italiana. Grandi acquisti in Brasile ma tenace difesa del monopolio, in Italia, E quando Prodi, tornato nel 2006 al governo, ventila lo scorporo della rete telefonica, Tronchetti prende il volo, portandosi dietro uno strascico di processi per intercettazioni (telefoniche) abusive, e aprendo proprio a Telefonica. Ora si corre ai ripari. Letta promette che  difenderà l’occupazione, il Sole24Ore: “Governo pronto a difendere la rete”.

I nodi vengono al pettine, ma continua lo stile da operetta. Berlusconi tace. Magari teme che qualcuno gli chieda indietro i soldi che ha regalato a Air France impedendogli di comprare Alitalia ma creando le condizioni per dargliela in regalo. Il Giornale sbatte in prima pagina due delle sue donne, la figlia Barbara, quella che pochi anni fa i giornalisti della corte nascondevano, perché aveva il piercing, era nata da Veronica Lario e studiava con Massimo Cacciari, e Francesca Pascale, la maitresse del cagnolino Dudù, che dice a Vanity Fair: “ero minorenne quando mi sono messa in testa di arrivare fino a lui. L’ho cercato, l’ho fatto innamorare” E ora mi deve sposare. Utilizzatore finale? Quando mai: perseguitato da giovani donne, Ruby, Nomi e Francesca. Ha vinto la migliore. L’operetta non è il vostro genere, leggete Fiorenza Sarzanini sul Corriere: “Verbali di tre procure. Tenaglia giudiziaria sul Cavaliere”. Parlano de Gregorio, Lavitola, forse anche Capriotti e gli avvocati consigliano al Cav di riannodare il filo con Napolitano sull’ipotesi della grazia. Si può mai negare un marito libero alla Pascale?

Per la verità il Giornale annuncia pure che: “Napolitano prepara la stangata”. Già perché si scopre che il il vergognoso condono ai proprietari di slot machine, che abbiamo votato nel nome delle grandi intese, non è servito a nulla. Dei 600 milioni, invece che 2 miliardi e mezzo, che avrebbero dovuto pagare, finora sono arrivati all’erario solo 75 milioni. Entrare “creative”, come “creativi” sono gli attesi risparmi sulla spesa pubblica o le sospirate attese dalle dismissioni. Dunque, secondo Repubblica, “A dicembre torna l’IMU mascherata, si pagherà l’acconto sulla service tax”.

Del Pd e del suicidio del Pd in Sicilia, scriverò più tardi. Qui mi preme sottolineare come i giornali, un po’ in sordina, stiano cominciando ad accorgersi che Obama è tutt’altro che morto. Se riuscisse, come sembra voglia fare, a riannodare il dialogo con l’Iran di Rouhani, il presidente americano potrebbe ottenere, molto di più di quanto non potesse ricavare da un’operazione muscolare con bombardamenti di obiettivi militari in Siria.“Obama tende la mano all’Iran. Il dialogo deve cominciare”, Repubblica. “Apre all’Iran, ma ora servono fatti”, La Stampa. “Con Teheran via diplomatica, ma salta l’incontro col leader iraniano”. Corriere della Sera.

da corradinomineo.it


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