Fratellanza chiama alla sollevazione popolare

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Il partito islamico egiziano Libertà e Giustizia del presidente Mohamed Morsi deposto dal golpe militare ha fatto appello a una “sollevazione” popolare, dopo il massacro di stamani al Cairo di almeno 35 persone che partecipavano a una manifestazione di protesta – secondo altre fonti ad un “assalto” – dei Fratelli Musulmani davanti ad una caserma della Guardia Repubblicana dove, si presume, sia detenuto Morsi. Secondo la denuncia dei Fratelli Musulmani gran parte degli uccisi sarebbero stati colpiti alla testa da cecchini. I militari hanno arrestato circa 200 persone, alcune delle quale, pare, armate.

“Sollevati grande popolo dell’Egitto contro coloro che tentano di rubare la rivoluzione coi carri armati”, e’ scritto in un comunicato del partito che peraltro “sollecita la comunità internazionale, i gruppi internazionali e tutti gli uomini liberi del mondo a intervenire per impedire altri massacri… e l’apparizione di una nuova Siria nel mondo arabo”.

L’Egitto resta paralizzato politicamente dopo il colpo di stato militare della scorsa settimana. Il capo di stato ad interim Adly Mansour prova a mettere in piedi un nuovo governo ma il tentativo non decolla. Il partito salafita al Nour, seconda forza islamica del paese, che aveva criticato in più occasioni il presidente deposto Mohammed Morsi, si è espresso contro la nomina dell’economista socialdemocratico Ziyad Baha Eddin a primo ministro e del Premio Nobel Mohammed ElBaradei a vice premier. Accusa entrambi di essere troppo laici e troppo legati agli Stati Uniti.

Dopo la strage di questa mattina al Cairo, il partito Nour si e’ ritirato dai colloqui per la formazione del governo.

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Lo schieramento islamico perciò sembra ricompattarsi mentre si riaccede la piazza. Ieri nelle ore in cui la marea umana del fronte anti-Morsi inondava di nuovo piazza Tahrir al Cairo, ad Alessandria i manifestanti progressisti si scontravano con i Fratelli Musulmani. Gli incidenti sono andati avanti per ore ma non hanno avuto gli esiti tragici di tre giorni fa con decine di morti. Stamani invece le notizie si sono fatte di nuovo drammatiche.

La tensione è molto alta e ieri è sceso in campo anche il presidente russo Vladimir Putin che ha evocato il rischio in Egitto di una guerra civile come quella siriana mentre Barack Obama ha sostiene che Washington non prende le parti di nessuna forza politica in Egitto.

 


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