C’era un giornalista della ‘Prealpina’ nel mirino sel folle di Cardano

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di Elsa Pasqual  

L’ex vigile che ha sparato a sindaco e vicesindaco non le perdonava di avere raccontato sul giornale la sua condanna per truffa

Oltre a politici e magistrati, c’era anche un giornalista della “Prealpina”, Sarah Crespi nella “lista di proscrizione” stilata da Giuseppe Pegoraro, l’ex vice comandante dei vigli urbani di Cardano al Campo (Varese) che la mattina di martedì 2 luglio, dopo essere entrato in comune, Pegoraro ha colpito all’addome con colpi d’arma da fuoco la sindaco, Laura Prati e il suo vice Costantino Iametti. Entrambi hanno riportato ferite gravi ma fortunatamente non risultano in pericolo di vita. L’uomo fermato e arrestato subito dopo il bliz ha dichiarato: “Finalmente ho regolato i conti”.

Fra le carte che portava con sé e che gli sono state sequestrate dopo l’arresto, Pegoraro aveva un elenco dei “nemici” da uccidere, e fra essi c’era quello della giornalista della redazione di Busto Arsizio.

“Io ho fatto il mio lavoro di cronista, nient’altro, e continuerò a farlo”, ha commentato la giornalista.

Pegoraro aveva annotato il nome di Sarah Crespi leggendo sul giornale chi firmava gli articoli che facevano sapere ai lettori che cosa aveva combinato e come era stato giudicato. Sarah aveva raccontando i vari passaggi dell’inchiesta giudiziaria e poi le udienze del processo in cui l’ex vigile è stato imputato per truffa e peculato insieme ad altri suoi colleghi perché, come hanno stabilito i giudici, tra il 2004 e il 2005, in cambio di piccole somme di denaro, aveva timbrato il cartellino di presenza di dipendenti comunali assenti dal servizio.

Questa vicenda paradossale dimostra come l’attività professionale di un giornalista, al pari di quella di un amministratore pubblico, di un giudice, di un pubblico ufficiale, possa suscitare risentimento e propositi vendicativi anche quando è svolta correttamente, con equilibrio, rispettando le persone e, per quanto riguarda i giornalisti, limitandosi a narrare fatti.

Nel 2012 Pegoraro è stato condannato dal tribunale di Busto Arsizio a sei mesi di sospensione dal servizio ed è stato trasferito al settore ‘Ecologia’. A ciò si è sono aggiunti altri sei mesi di sospensione dall’incarico e una decurtazione dello stipendio, decretati il 4 giugno scorso.

Punizioni ingiuste, secondo l’ex vigile, che ha cercato di vendicarsi eliminando fisicamente tutti coloro che, diceva, gli “avevano rovinato la vita”. Sarah Crespi, che aveva fatto sul giornale la cronaca del processo, a suo parere, meritava una punizione, per averlo descritto “come un mostro”.

Con il passare del tempo, la sua voglia di vendetta non si è però affievolita anzi, si è trasformata in una vera e propria ossessione culminata nel folle gesto.

 – OSSIGENO

 


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