Giornalismo sotto attacco in Italia

I costi della “rottamazione” e dei terremoti

0 0

Carlo Soricelli, infaticabile curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna sui morti per lavoro, e da tempo censisce e segnala le vittime di quella strage quotidiana, con il suo accorato appello al responsabile della Protezione civile, Franco Gabrielli pubblicato su “Articolo 21”, solleva una questione molto seria; questione che andrebbe approfondita, provvedimenti e possibili rimedi andrebbero studiati e messi in cantiere. In quest’ottica, potrebbe valer la pena di sentire un professore napoletano di rara simpatia e straordinaria capacità affabulativa. Si chiama Aldo Loris Rossi, ed è uno dei più apprezzati urbanisti: si è formato alla scuola di Frank Lloyd Wright. La sua è una proposta insieme rivoluzionaria e utopica: dice che bisogna rottamare quella che definisce la spazzatura edilizia post-bellica, senza qualità, interesse storico ed efficienza antisismica. Un qualcosa di ciclopico visto che riguarderebbe almeno 40mila vani costruiti tra il 1945 e il 1975. E però dice che lo Stato riuscirebbe addirittura a risparmiare, se si decidesse di ricostruire tutto secondo criteri come quelli usati in Giappone, piuttosto che cercare di rimediare dopo ogni disastro e terremoto. Sono le parole di un utopista visionario? Sì, perché in Italia chi è capace di prendere una simile decisione? E tuttavia, le cifre, nella loro aridità, fanno pensare. Prendiamo gli ultimi importanti terremoti: Belice, Friuli, Irpinia, Umbria, Abruzzo, Emilia.

I costi per la ricostruzione di un chilometro quadrato di area colpita oscillano tra 60 e 200 milioni di euro; il costo medio della ricostruzione di un singolo comune varia tra i 270 e i 1400 milioni di euro; il costo medio per abitante residente nell’area colpita oscilla tra 270mila e i 783mila euro. I costi dei terremoti e dei disastri ambientali tra il 1968 e il 2003 oscillano sui 146 miliardi di euro. Paese estremamente vulnerabile l’Italia, pensate: il 44 per cento del territorio si trova nella condizione di elevato rischio sismico; significa il 36 per cento dei comuni italiani, oltre 21 milioni di persone. E questo senza considerare i costi in termini di vite umane e il patrimonio culturale che viene distrutto.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.