La stampa censuri le immagini della camorra

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Ci risiamo, anche questa volta gli organi di stampa non hanno saputo resistere al fascino dell’immagine violenta, di un delinquente che rincorre l’altro con la pistola in pugno e lo ammazza con la stessa facilità con la quale si può gettare un sasso nelle acque del mare. Si tratta di soli venti secondi di un video ripreso dalle telecamere interne installate in un caseificio di Calvizzano, paese alle porte di Napoli nella periferia nord, che ci fanno vedere e capire, semmai ce ne fosse ancora bisogno, come per questi camorristi la vita non abbia alcun valore. La stampa tutta, comprese le tv nazionali, hanno parlato e commentato questo video   http://www.youtube.com/watch?v=M_1cKRfFwek perché grazie a queste immagini la direzione distrettuale antimafia, avvalendosi dei carabinieri del comando provinciale di Napoli, ha assicurato alla giustizia il presunto assassino, quello che rincorre la sua preda proprio come il gatto con il topo, quest’ultimo impaurito e impacciato che dopo aver fatto così tanto il buffone con gli altri adesso se la fa sotto perché qualcuno lo vuole chiaramente ammazzare. Le telecamere del caseificio riprende gli ultimi istanti di  vita di uno spacciatore che ha tradito i suoi capi, ed è per questo che va punito con l’esecuzione capitale. L’esecutore, invece, è un trentaseienne, libero nonostante sul suo capo pendessero un cumulo di pene per ben trentasei anni.

Sarebbe bastato diffondere la notizia, limitare le comunicazioni alla sola sottolineatura del buon lavoro svolto dalle forze dell’ordine che si sono avvalse dell’apparecchiatura elettronica. Purtroppo la voglia di far vedere il male, la notizia lanciata per creare sensazionalismo ha vinto ancora una volta. La divulgazione di queste immagini, però, consente a un ragazzo di Milano di fortificare le proprie distanze con questo pensiero e agire criminale, ma non ottiene lo stesso effetto con quelli che vivono una vita bordeline nelle periferie di Napoli in attesa di un lavoro che gli permetta di vivere senza dover elemosinare nulla causa l’effetto contrario. Da ieri sono già in tanti a esprimere un apprezzamento su come il killer “se lo ha fatto”, su come cioè lo ha ammazzato. Un video del genere diffuso anche in internet diventa un boomerang che ci causerà nuove perdite umane, con il grilletto che sarà premuto da nuovi e giovanissimi soldati. Inutili poi saranno le nuove tavole rotonde o gli ennesimi patti per le periferie, a proposito se ne sta discutendo ancora una volta a Scampia, perché tutto si risolverà con l’ennesima bolla di sapone e velleitari personalismi. Per questo condivido l’analisi fatta da Marco Ciriello sulle pagine de Il Mattino quando deride il fare  camorrista ma soprattutto quando scrive che bisogna “far uscire dall’omericità le azioni della camorra e riportarla alla realtà, a quello che sono gli uomini e le donne” che hanno deciso di incamminarsi su questa strada senza ritorno. E i media devono, una volta e per sempre, comprendere che in questo caso un po’ di auto censura non guasterebbe perché, lo scrivo per l’ennesima volta, si compierà un investimento per il futuro che vedrà qualche giovane in meno nell’esercito dei delinquenti.


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