Formigoni e la sanità lombarda

0 0

Poi dicono che la mafia è un fenomeno essenzialmente meridionale e anzi siciliano. Ma quando si ha modo di leggere i brani dei verbali degli interrogatori che i pubblici ministeri della Procura di Milano hanno fatto nei giorni scorsi  ai fedelissimi dell’ex presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, già destinato a ritornare, a fine febbraio, nel Senato della Repubblica, c’è da pensare che gruppi di poche persone legate a un potente uomo politico si comportino in tutto il paese con accordi sotterranei e lotte contro il merito e i pubblici concorsi aperti a tutti gli italiani muniti dei titoli necessari e creino in questo modo un ambiente che assomiglia molto, forse troppo, a quello meridionale e siciliano di cui parlano nei loro libri o nelle loro lezioni universitarie gli studiosi del fenomeno mafioso.

Mi riferisco a una pagina pubblicata (la numero 27 per la precisione) ieri ventuno febbraio dal Corriere della Sera  in cui il sovrintendente sanitario della Fondazione Maugeri, Antonio Spanevello, ha riferito che  nel caso del ruolo su un bando indetto nell’estate 2011 per pazienti subacuti a Legnano, ha chiesto al suo capo Costanzo Passerino di rivolgersi al sottosegretario alla presidenza della Regione con delega all’attuazione del programma e all’Expo Paolo Alli, imposto da Formigoni nella lista alla Camera del PDL con la sicurezza di essere eletto.

Passerino – ha riferito ai pm che, grazie a un incontro con Alli, ebbe la garanzia che avrebbe potuto impiantare in regione il reparto e Alli disse a Passerino di rivolgersi al direttore dell’ASl di Legnano dottoressa Dotti per concordare le linee operative di dettaglio. Seguì quindi una riunione nell’ufficio di Alli con i tecnici dell’ASL nella quale “furono definiti i criteri di unicità che avrebbero favorito la Fondazione Maugeri, rendendo praticamente certa la sua scelta tra i partecipanti alla gara”.

Il bando prevede tre anni di lavoro e questo non basta alla Maugeri e Passerino ritorna da Alli per chiedere all’ASL di indire una nuova gara per una durata di nove anni con l’accreditamento della struttura non più a carico del vincitore del bando ma dell’ASL di Legnano: E così viene fatto con la vittoria della Maugeri. Il valore della gara è di 4/5 milioni di euro all’anno con la previsione di un ricavo per la Maugeri di circa 500mila euro per ogni anno.

Questa impressionante vicenda di Legnano non ha ancora indagati perchè le indagini non si sono ancora concluse ma per altre dichiarazioni di Spanevello è stato iscritto tra gli indagati il direttore generale per il settore ricerca del Ministero della Salute  Massimo Casciello per l’ipotesi di abuso di ufficio. Il manager della Fondazione Maugeri  ha riferito che Casciello gli disse di fare delle modifiche sui progetti presentati perchè anche se voluti dal presidente Formigoni  non avevano “il vestito”  formale della ricerca ma chi decideva le delibere regionali in materia risultava essere l’imprenditore Daccò strettamente legato al presidente Formigoni. Daccò, riferisce Spanevello, indicava la somma di cui la fondazione Maugeri o l’ospedale San Raffaele “avevano necessità e poi i tecnici dovevano dare una veste formale all’erogazione. Poi Daccò otteneva ciò che chiedeva in quanto  sistematicamente nelle delibere più importanti il presidente appoggiava le sue richieste perchè “Daccò gli garantiva utilizzo di barche, vacanze costose, case in Sardegna, feste per celebrarne l’immagine.”

Dalle indagini emerge un mondo di favori, di rapporti sotterranei che dà di quell’amministrazione regionale un’immagine, a dir poco, lontana da ogni regola di legge. Altro che Mezzogiorno e Sicilia infestati dalla mafia. Qui siamo nella civilissima Lombardia e alle tradizioni del partito cattolico milanese e ci troviamo di fronte a pratiche e costumi che non hanno nulla da invidiare ai costumi del più profondo Sud.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21