Donadi e Tabacci hanno scelto. Monti e Casini no

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Che senso può avere, di fronte a una campagna elettorale, già incominciata prima dello scioglimento imminente della Camera , la proposta che hanno fatto oggi di fronte a qualche telecamera gli onorevoli Donadi e Tabacci? Un centro democratico  che si considera già parte del centro-sinistra guidato da Pier Luigi Bersani ?

In termini elettorali il centro democratico può  interessare  quelli che- pur essendo convinti e non da oggi  di dover sostenere il centro-sinistra di fronte a una destra berlusconiana o leghista,hanno critiche di fondo rispetto a quel che sono diventati oggi i partiti e ritengono che non si siano liberati di eredità così pesanti e impegnative da impedir loro di lavorare fino in fondo per una democrazia repubblica moderna e adeguata ai tempi difficili che stiamo vivendo e vivremo ancora per qualche decennio.

Sono tanti i possibili elettori dei moderati riformisti che vengono dalle esperienze rovinose del centro-destra o da quei partiti personali come quello di Antonio Di Pietro ed hanno respirato a lungo l’aria viziata del dispotismo o della mancanza di programmi in grado di risolvere,sia pure gradualmente i troppi problemi che ci portiamo appresso dalla caduta della dittatura fascista e dalla fondazione della repubblica del 1948.?

Non lo sappiamo ma diciamo subito che un simile centro è molto più interessante e moderno di quello che si sta raccogliendo intorno  a Pier Ferdinando Casini e a Mario Monti e che televisioni e giornali presentano ogni giorno a colpi di grancassa e che sembra all’eterna ricerca di un particolare profitto che nasce dall’essere decisivi o determinanti di fronte ai risultati delle prossime elezioni politiche del febbraio 2013.

Con ogni probabilità del centro-sinistra, vista la rovina ormai chiara di quel che Silvio Berlusconi che  fu l’unto del signore negli anni novanta e che ora non riesce neppure a portarsi dietro le persone più decenti che aveva reclutato vent’anni fa e che perde persino il presidente del gruppo parlamentare europeo del PDL giacchè non c’è proprio nessuno che crede nelle sue ricette e ormai sta facendo uno sforzo erculeo, ma inutile,  per  mantenere almeno una parte minuscola della quantità enorme di suffragi ricevuto in quasi vent’anni di competizioni.

Ma il centro di Casini e di Monti non vuol decidere prima dei risultati elettorali perchè ritiene che l’obbiettivo di fondo sia andare in ogni caso al potere con chi ci sta e, dunque, è un centro disposto a qualsiasi risultato eccetto forse quello di ritrovarsi proprio di fronte a Berlusconi:ma a questo penseranno gli italiani che sono arrivati ormai a una delusione così forte e profonda nei confronti del grande demagogo che non potranno votare lui ma soltanto qualche suo succedaneo tollerabile come Angelino Alfano, peraltro fallito nel differenziarsi sia pure di poco dal suo mentore di sempre.

In questo senso il centro Monti-Casini non merita,a mio avviso, la fiducia che ancora alcuni amici e colleghi tendono a dargli. Sono troppo opportunisti,troppo disponibili a modulare i propri toni per ottenere il successo in un momento come questo che è così importante per il futuro dell’Italia che ,malgrado tutto,continuiamo ad amare e per l’avvenire della quale siamo ancora disposti a impegnarci.

Non sappiamo neppure se le 25 pagine del progetto di Monti sono state accettate fino in fondo dai nuovi alleati e abbiamo già saputo che l’associazione Italia Futura di Montezemolo ha deciso di  mantenere la propria autonomia proprio per alcuni punti di quel progetto sul quale non è d’accordo.

Insomma,è difficile-mi pare-pronunciarsi per un centro che non dice se è d’accordo o no con il centro-sinistra e che non fa capire almeno quali siano  i punti essenziali del percorso che intende percorrere di qui alle elezioni e subito dopo.

Una cosa è ormai chiara in queste prime fasi della campagna elettorale ed è sarà un confronto aspro tra chi rimpiange l’Italia populista di questi vent’anni e chi ritiene invece che si tratti di lavorare per costruire un’Italia diversa e caratterizzata dai principi fondamentali della nostra costituzione democratica che si chiamano eguaglianza effettiva dei cittadini,giustizia sociale,difesa del lavoro,

ricerca,scuola e università al centro del programma,

integrazione in Europa e dell’Europa.

Ora di fronte a una scelta chiara tra la riedizione del populismo in una delle sue forme e la ricostruzione dell’Italia democratica non possiamo rinviare la scelta alle elezioni politiche e ai risultati.Dobbiamo scegliere oggi per quale prospettiva vogliamo combattere.

Ora Donadi e Tabacci hanno scelto. Monti e Casini no.


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