Assad cerca di coinvolgere Ankara nella guerra

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Ancora una volta il regime siriano cerca di trascinare i turchi in guerra. L’obiettivo è lo stesso di mesi fa, quando i siriani hanno abbattuto un jet turco. L’internazionalizzazione aiuterebbe il boccheggiante regime siriano, mettendo in ansia i curdi siriani e offrendo agli sciiti e agli iraniani l’occasione per parlare di colonialismo imperiale ottomano e quindi sunnita.

Erdogan, non può restare fermo di fronte alle provocazioni militari del regime di Assad, non può subire la violazione del confine nazionale, non può lasciar uccidere suoi concittadini, ma sa bene quali sono i limiti che non gli conviene valicare.

I russi probabilmente si attiveranno per ottenere una dichiarazione siriana che parli di errore, e raffreddare un po’ la crisi.

Certo, Assad oltre che la pelle dei siriani gioca anche con la sua e quindi è pronto a tutto, sa che questo è il momento buono per provocare i nemici turchi, trattenuti anche dal fatto che l’America è in campagna elettorale e Obama certo non può permettersi avventure.

Al premier turco trovare il modo per mantenere alto “il patrio orgoglio”, rispondere per le rime ai siriani senza però eccedere, per non fare il gioco del nemico. A tavolino sembra facile, ma sa bene che in situazioni così incandescenti l’incidente può sempre essere dietro l’angolo: basta un colpo che va un metro in là. Intanto la Nato, di cui Ankara è membro a pieno titolo, si è schierata a fianco di Erdogan, senza esitazioni. Un segnale forte per il governo turco che, in tal modo, sente di non essere isolato mentre si trova ad affrontare una crisi estremamente complicata.


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