Nokia Siemens, prosegue la scia dei senza lavoro dimenticati

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Cassina de Pecchi periferia di Milano, Roberto Malanca parla del presidio della Nokia Siemens . Un’occupazione 24 ore su 24 che dura da tredici mesi e di cui nessuno parla. “Questo un tempo era un sito d’eccellenza nella ricerca e nello sviluppo tecnologico mentre oggi ci troviamo a difendere un cimitero di posti di lavoro”. Roberto, sposato con un figlio, percepisce 900 euro al mese di mobilità (che diventeranno 700 il prossimo anno) e come gli altri sui 324 colleghi licenziati vive giorno e notte, negli spazi dove un tempo lavorava. “Noi siamo stati i primi ad essere licenziati dalla Jabil (la multinazionale americana che dal 2007 ha acquisito Nokia Siemens che rimane però proprietaria degli edifici) ma tra pochi giorni – racconta -, arriveranno altre 425 lettere di licenziamenti nel comparto ricerca e sviluppo”. Roberto è una delle storie dei senza lavoro di Milano e provincia, già capitale delle telecomunicazioni con i suoi siti di ricerca scientifica che in questo autunno, però, si prepara “all’ultima spiaggia” della mobilità dopo la cassa integrazione che sta finendo per molte aziende. Racconta Roberto (delegato Rsu Fiom) parla del suo – ormai ex – lavoro di riparazione delle schede utilizzate nei ponti radio, in circuiti di videosorveglianza ma anche per alcuni lampioni ad energia solare. Lavori iper qualificati, con grandi prospettive per il futuro, almeno sulla carta, ma che nella realtà dei fatti vengono dismessi. “Nel 1989, quando sono stato assunto in questa azienda, in tutto il sito industriale di Cassina de Pecchi lavoravano oltre 3 mila persone. Oggi l’intera area sembra un deserto. Quando. A luglio 2011, abbiamo deciso di iniziare il presidio nella nostra fabbrica volevamo lanciare un segnale di allarme anche per le altre realtà produttive che stanno morendo. Nell’indifferenza generale”.

Per conoscere tutta la storie e la ricostruzione della vicenda dei lavoratori Nokia Siemens : https://www.facebook.com/presidiolavoratorijabil


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