Elezioni in Regno Unito: lo scrutinio conferma gli Exit Polls, vince Cameron, Labour sconfitto. La rivincita scozzese

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Pino Salerno

Con 40 seggi ancora da assegnare su 650, lo scrutinio conferma ampiamente le previsioni degli Exit Polls diffuse alla chiusura del voto in Gran Bretagna. Sul piano dell’attribuzione dei seggi, i Conservatori di Cameron sono a quota 306, e possono aspirare alla maggioranza assoluta, i Laburisti drammaticamente fermi a 222, gli scozzesi dello SNP stravincono con 56 seggi, mentre i Liberaldemocratici del vicepremier Clegg sono quasi spariti con 8 seggi, quanti ne hanno presi i candidati della New Left. Curiosa la sorte dell’UKIP, che con 3 milioni di voti si conferma terzo partito britannico ma porta a casa un solo deputato, per effetto del sistema elettorale Westminster. Su piano delle percentuali dei voti veri, i Conservatori conquistano uno scarso 1%, con il 36.5, mentre i Laburisti avanzano di 1.4%, superando la soglia del 30%. Finora, la differenza tra i due partiti in termini assoluti è di appena un milione e mezzo di voti: Conservatori 10milioni e mezzo, Laburisti 9 milioni. Se il sistema fosse stato proporzionale, sia l’attribuzione dei seggi che il giudizio politico su vincitori e vinti sarebbe stato differente.

L’exit poll commissionato dalla BBC, da ITV e da Skynews, e condotto dalle società di rilevazione Gfk-NOP e Ipos Mori, a sorpresa diceva che i conservatori di Cameron, premier uscente, avrebbero ottenuto ben 316 seggi, a 10 dalla maggioranza assoluta, per diventare di gran lunga il primo partito britannico. Sonora la previsione della sconfitta dei laburisti di Ed Miliband annunciata dagli exit polls, appena 239 seggi, e confermata dallo scrutinio. Questo sondaggio, basato ripetiamo sugli exit polls contraddiceva notevolmente la lunga scìa di sondaggi che hanno costellato la campagna elettorale britannica, e che davano un sostanziale testa a testa tra conservatori e laburisti. Nella coalizione di governo uscente, sconfitto il partito liberaldemocratico di Nick Clegg che otterrebbe solo 10 seggi contro i 52 del 2010. Tuttavia, se fossero confermati questi dati sciagurati, la maggioranza di centrodestra sarebbe comunque salva, con 326 seggi.

Oltre ai tre partiti storici, gli exit polls rivelano indicazioni sulle nuove realtà politiche britanniche. Intanto, confermano la tendenza dello SNP, lo Scottish National Party, che vincerebbe 58 dei 59 seggi riservati alla Scozia, mentre per la prima volta entrerebbero alla Camera dei Comuni gli xenofobi dell’UKIP di Farage. In sostanza, l’eventuale coalizione di centrodestra, secondo gli exit polls, potrebbe contare su una maggioranza di 336 seggi, contro un’aggregazione di centrosinistra che raggiungerebbe solo 306 seggi.

E se i risultati si dovessero confermare, quello che veniva dato come l’esito più incerto nella storia democratica e costituzionale britannica si rivelerebbe invece come la vittoria netta e storica dei conservatori dell’uscente Cameron, che addirittura distanzierebbero i laburisti di quasi 80 seggi. Per la sinistra britannica uno schiaffo e una sconfitta di ardua digeribilità. L’unica previsione che pare rispettata è quella relativa agli indipendentisti scozzesi guidati dalla leader Nicola Sturgeon, che con 58 seggi su 59, ma con appena il 6% di voti a livello nazionale, porterebbe a casa un risultato anch’esso storico (dai tempi di Braveheart).

Tuttavia, altri sondaggi forniscono altre e diverse previsioni.  L’istituto YouGov ha diffuso queste cifre: Conservatori, 284 (30 meno del precedente exit); Laburisti, 263 (24 in più); LibDem 31 (21 in più); SNP 48 (10 in meno); UKIP 2 (pari) e Verdi 2 (pari). YouGov fa sapere comunque che questi non sono exit polls casuali, ma una seconda indagine sul campione già intervistato in un precedente sondaggio.

Da jobsnews.it


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