Giornalismo sotto attacco in Italia

Mediterranean Futures: il nuovo progetto musicale di GIovanni Napolano

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Da Di Bella agli Almamegretta passando per Ciniglio, Bassolino e La Niña, il parterre di artisti

Nella musica di NPLGNN l’eredità culturale del Mediterraneo si fonde con l’innovazione sonora. Quello che da sempre propone è un viaggio tra radici e futuro, che risuona anche nelle lotte della sua terra.

In questo scenario di resistenza e denuncia, emergono voci che reinterpretano il passato per costruire il futuro. Tra queste c’è NPLGNN alias di Giovanni Napolano, DJ, produttore e curatore napoletano (originario di Qualiano, provincia Nord) oggi residente a Barcellona. Il suo percorso musicale non è solo un’esperienza sonora, ma un atto politico e culturale che dialoga con la memoria collettiva. Napolano ha curato per Stegi.Radio (Atene) l’edizione annuale del Mediterranean Futures: Napoli Festival online concentrandosi, per l’appunto, sulla città partenopea.

«Si tratta di un festival online di due giorni che attraversa narrazioni sonore del presente e del futuro. Non è stato affatto un compito facile per me- ha dichiarato Napolano- Il legame tra Napoli e il Mediterraneo è radicato nella sua fondazione e ancora prima di essa. Rappresentare questo continuum storico e questo patrimonio in una manciata di ore è impossibile, ma ho cercato almeno di dare forma a un punto di vista non oleografico».

Ad accompagnarlo in questo viaggio artisti di fama internazionale come La Niña, Francesco Di Bella, gli Almamegretta, e tanti altri.

«Ogni artista coinvolto- prosegue NPLGNN- ha affrontato Napoli attraverso il proprio sguardo, costruendo narrazioni in atto, proponendo prospettive su nuove culture popolari o confrontandosi con tradizioni costitutive, superandole o semplicemente mescolandosi con esse.

Il mio contributo personale a questo progetto è una lunga intervista con Iain Chambers, teorico e professore di Sociologia dei Processi Culturali all’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, dove è anche direttore del programma di dottorato in Studi Culturali e Postcoloniali.

Abbiamo introdotto- chiosa ancora il giovane produttore- e commentato concetti come continuum storico, hauntology mediterranea, dubbing temporale, narrazioni subalterne, malinconia postcoloniale, dinamiche di potere e altro».

E conclude sottolineando come sia stato «uno straordinario sforzo collettivo».

Napoli, dunque, con la sua storia di contraddizioni e meraviglie, continua a essere un laboratorio culturale unico. E nelle sue strade, nei suoi suoni e nelle sue lotte, la voce di NPLGNN e degli artisti coinvolti risuona forte, tra le macerie ed i roghi ma è soprattutto proiettata alle speranze di un futuro da ricostruire.


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