È morto Gino Strada il fondatore di Emergency. Una voce controcorrente che ci mancherà

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La mia prima volta a Kabul è stata con lui. Il suo ospedale nella capitale afghana era in costruzione. I talebani erano al governo, la città era distrutta e silenziosa. Gino, sigaretta tra le mani, curava tutti dialogava con tutti, anche con  i talebanil. Un grande medico, un grande esempio di come si fa impegno umanitario. Un combattente, sempre controcorrente nel modo giusto al fianco degli ultimi. Odiava la guerra e proprio per questo era sempre dove c’era la guerra per   curare le vittime degli scontri. L’Afghanistan è il paese che aveva nel cuore e nel quale aveva vissuto. Il suo primo ospedale era stato nella valle del Panshir, il regno del leggendario comandante Massoud, suo amico e acerrimo nemico dei talebani. Poi nel 2000,in pieno regime talebano, aveva iniziato a costruire l’altro ospedale di Emergency a Kabul. Unica condizione niente burqa al suo interno e le donne lavorano come gli uomini. Regole che i talebani avevano accettato. Me lo ricordo nell’ottobre 2001 quando, in piena guerra al terrorismo, era partito da Islamabad in Pakistan per raggiungere i suoi medici rimasti a lavorare nell’ospedale di Kabul mentre le bombe americane cadevano sulla capitale afghana.
Le frontiere erano chiuse, era impossibile comunicare, ma niente lo avrebbe fermato. Aveva attraversato le montagne rischiando la vita  ed era arrivato a Kabul prima di tutti noi giornalisti. Ed è stato proprio grazie al presidio sempre aperto di Emergency che una notte sono riuscita a far curare l’operatore che viaggiava con me in Afghanistan  in preda ad una colica renale. Non so come sarebbe finita se non ci fossero stati i medici di Emergency e Gino Strada.  Proprio oggi sulla Stampa aveva scritto un articolo molto critico sulla situazione in Afghanistan nel quale definiva gli afghani eroi di guerra e denunciava l’ alto numero di civili morti in questi 20 anni.241 mila vittime,5 milioni di sfollati. Un paese che sta per precipitare in una nuova guerra civile., aveva scritto, puntando il dito contro l’intervento americano del 2001  chiamandolo un’aggressione. La sua morte improvvisa mi lascia sgomenta. Gino era come un super eroe, di quelli che non smettono mai di combattere e sai che sono sempre  lì per proteggere i deboli. Cin quell’aria sempre un po’ stropicciata, sembrava eterno, indistruttibile, invece se n’è andato prima che la sua Kabul capitolasse sotto la furia talebana. Ancora una cosa. Quando si parla di Gino Strada è doveroso ricordare  un’ altra sua grande passione :era anche uno sfegatato interista….Grazie Gino!

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