Conferenza antinazista nelle scuole. Un progetto importante di educazione alla cittadinanza

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Importante, significativa iniziativa di studio all’indomani del sessantesimo anniversario dell’inizio del processo ad Adolf Eichmann che – molto di più dello stesso processo di Norimberga -, fece conoscere al mondo, grazie a tante e drammatiche testimonianze, la barbarie della shoah. Lunedì 12 aprile studenti ed insegnanti delle quinte classi degli istituti superiori secondari di seconda classe di tutta Italia potranno prendere parte ad una conferenza in streaming, che si terra dalle 11.00 alle 12.00, sul tema ‘Come si diventa nazisti’’.  Primo relatore sarà il professore di storia contemporanea Paolo Pezzino, dell’Università di Pisa, nonché presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, che parlerà sul tema ‘Il primo dopoguerra in Europa e l’affermarsi dei regimi fascisti’; sarà poi la volta del professor Daniel Lee, docente di storia contemporanea presso la Queen Mary University di Londra che illustrerà gli argomenti trattati nel suo recente libro ‘La poltrona della SS’ tradotto due mesi fa in italiano per la casa editrice Nottetempo. Coordinatore della conferenza, il professor Gabriele Laffranchi.

Il progetto, al quale Articolo 21 ha dato la sua convinta adesione, è la prima applicazione collettiva della legge n.92 dl 2019,  ‘Educazione alla cittadinanza’,  legge che in pratica ha ripristinato la vecchia Educazione Civica, ma con in più l’obbligatorietà dello studio perché anche per essa, ora, è previsto il voto in pagella.

Di particolare significato simbolico è anche il fatto che il progetto sia partito dall’Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’età Contemporanea della Sardegna Centrale (ISTASAC), di Nuoro, che fa parte della rete dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, presieduto dalla professoressa Marina Moncelsi.  L’organizzazione è stata affidata al professor Giuseppe Puligheddu, docente di Storia e Filosofia nel Liceo Classico ‘Asproni’, di Nuoro, che da due anni ha ottenuto dal ministero l’incarico di occuparsi dell’attivazione di progetti nazionali di studio e formazione.

“Essere riusciti a realizzare questa iniziativa in piena pandemia rappresenta per noi legittimo motivo d’orgoglio e ringrazio i docenti che in tutt’Italia hanno aderito – ci ha detto il professor Puligheddu -. L’impegno massimo è rivolto a far sviluppare negli studenti le competenze e le conoscenze necessarie perché siano pienamente consapevoli del diritto-dovere di cittadinanza. Per questo da due anni operiamo per dare il massimo sostegno ai docenti e, finché il lockdown non ci ha costretti a sospenderli, abbiamo realizzato molti incontri in presenza, potendo contare anche su esperti del calibro dei professori Valerio Onida e Gianfranco Pasquino”.

“La nostra opera di diffusione della conoscenza – ci ha poi detto la professoressa Moncelsi – non si ferma solo a progettare iniziative di questa portata. Mesi fa abbiamo proposto una mostra documentaria su come avvenne la fascistizzazione della scuola, a partire dalle elementari. Mio padre, nato nel ‘22, cominciò a frequentare la scuola nel ‘28 e ricordava bene di come fosse già completamente piegata a far interiorizzare le idee fasciste. Non solo. Bisognerebbe ricordare, con più determinazione, che uno dei primissimi provvedimenti dell’appena insediato governo Mussolini, fu, il 25 novembre del ‘22, una circolare inviata a tutti i dirigenti scolastici dal ministro Gentile sul fatto che bisognava inculcare negli allievi il culto dell’obbedienza e del rifiuto di qualunque comportamento contro le direttive dello Stato.  Il totale rifiuto del libero ragionamento, della libertà di pensiero e giudizio. Recuperata pienamente quella libertà, anche militari dell’esercito, oltre a cittadini democratici, abbracciarono la lotta di liberazione”.

Giuseppe Giulietti, nel valutare molto positivamente l’iniziativa di lunedì 12, ha sottolineato che è stata molto opportuna la scelta di una data a ridosso del 25 aprile in modo che non sia ridotta soltanto ad una celebrazione di rimembranza. “Bisogna utilizzarla come strumento di riflessione per un presente nel quale si tenta in tutti i modi di limitare la libertà d’informazione e quindi la conoscenza come strumento fondamentale della democrazia nata dalla Resistenza e costruita sui dettami della Carta Costituzionale”.

Ottavio Olita, portavoce Articolo21 Sardegna


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