Lo strisciante riaffacciarsi del nazifascismo sotto le forme più diverse, dalla violenza fisica alle manifestazioni di piazza, con avvenimenti quasi quotidiani, ha trovato una forma espressiva ulteriore, forse ancor più grave: la teorizzazione negli scritti di alcuni dei suoi peggiori sostenitori. E lo ha fatto in una sede importante, come la fiera ‘Più libri, più liberi’ di Roma contro cui si è levata la voce forte ed indignata di Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Domenico Starnone, Zerocalcare. Tra le proposte editoriali è stata infatti ammessa la presenza della casa editoriale ‘Passaggio al bosco’ con un catalogo che include opere di teorici del nazismo, del fascismo, testi razzisti e antisemiti. Il loro appello è stato poi sottoscritto da un’ottantina di intellettuali, artisti, giornalisti. Giova ricordare che ‘Passaggio al bosco’ è un’emanazione del gruppo Casaggì di Firenze, vicino alla struttura giovanile di Fratelli d’Italia.
l’Associazione Italiana Editori, organizzatrice della mostra del libro, ha giustificato la sua scelta affermando che ‘Passaggio al bosco’ è stata ammessa dopo aver pagato la quota di partecipazione e sottoscritto il contratto. Contratto che l’AIE ha voluto leggere a modo suo perché all’articolo 24 è scritto testualmente: “l’editore conferma di aderire a tutti i valori espressi nella Costituzione Italiana, nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e in particolare a quelli relativi alla tutela della libertà di stampa, del rispetto della dignità umana, di libertà della persona, senza distinzione alcuna’ e conclude affermando di rifiutare ‘ogni forma di discriminazione rispetto al godimento di tali diritti”. Ma cosa ci sarebbe di tutto questo nelle opere di nazisti, fascisti, razzisti? O la quota versata è stata più appetibile della propria coerenza con una particolare attenzione alla stagione politica che so sta vivendo in Italia e in Europa?
La denuncia, ancora una volta, è venuta solo da cittadini democratici, mentre qualunque tipo di istituzione si è guardata bene dal dire alcunché. Denuncia che si è estesa a macchia d’olio ed ha trovato una grande espressione democratica nell’azione di un centinaio di giovani di Latina al teatro D’Annunzio. Denuncia che ha riguardato un altro aspetto della deriva autoritaria e discriminatoria di quanto sta avvenendo nel nostro Paese, l’ostilità verso l’omosessualità, con protagonista, anche in questo caso, la casa editrice ‘Passaggio dl bosco’. Organizzata la presentazione del libro dal titolo ‘Il gender esiste. Giù le mani dai nostri figli’, scritto dal parlamentare leghista Rossano Sasso, l’intento era quello, ancora una volta, di attaccare le comunità LGBT. I giovani che riempivano la sala, subito dopo l’inizio sono usciti tutti insieme e poi hanno diffuso un comunicato con il quale hanno spiegato le ragioni della scelta: “Gli spazi pubblici devono essere luoghi di cultura, pluralismo, e libertà, non palcoscenici per propaganda che colpisce cittadine e cittadini reali. E alla fine il risultato è stato evidente: alla presentazione del ‘libro provocazione’ è rimasto solo un teatro vuoto, neanche ‘gli amici’ hanno riempito quelle poltrone”.
La società civile, a Roma come a Latina, è insorta in nome dei sacri valori scritti dai padri costituenti sul sangue dei partigiani morti nella lotta al nazifascismo. Perché non c’è mai un’analoga risposta da parte di chi istituzionalmente dovrebbe far rispettare quegli stessi valori?
(Nella foto il teatro di Latina vuoto durante la presentazione del libro)
