Tutto sbagliato. Innanzitutto non sono tutti gli avvocati di Siena a dire Sì ma soltanto (com’è scritto nell’articolo a differenza del titolo) quelli che aderiscono ad una associazione di avvocati penalisti, pur nota, che si chiama Camera penale.
Tanti altri avvocati, tra cui anche il sottoscritto, la pensano invece esattamente al contrario.
Tanti altri avvocati, tra cui anche il sottoscritto, la pensano invece esattamente al contrario.
Parliamo della sostanza del #referendum sulla Magistratura (non sulla Giustizia eh, che sarebbe ben altra cosa..).
Separazione delle carriere tra Magistrati giudicanti (giudici) e magistrati inquirenti (pubblici ministeri): di fatto esiste già e non da ieri. Con legge ordinaria e senza scomodare la nostra Costituzione, già oggi un magistrato che vuole passare da una funzione all’altra lo può fare #soltanto per #duevolte in tutta la sua carriera, per farlo deve oltretutto spostarsi in altra Corte d’appello (per semplificare deve andare in un’altra regione) e comunque la procedura avviene a domanda che è valutata dal Consiglio Superiore della Magistratura.
Di fatto, in media, chiedono questo passaggio circa #trenta #magistrati #ognianno su un #totale di circa #diecimila: sì, avete capito bene, trenta su diecimila ogni anno.
Vogliono cambiare la Costituzione per questa inezia numerica, mentre di fatto la separazione delle funzioni già esiste.
Ed esiste anche e soprattutto nei fatti, nella dialettica processuale: è una favola ormai consunta quella che racconta che PM e Giudici sono “troppp vicini” e quindi non garantiscono la cosiddetta equidistanza tra accusa e difesa. Basta ricordare quante sentenze ogni giorno dimostrano che richieste dei PM vengono spesso, molto spesso, rigettate e capovolte dai Giudici e quanti Giudici vengono messi in discussione da atti e impugnazioni dei PM.
E allora perché #ladestradestra al governo, una volta giustizialista e ora palesemente votata a realizzare il peggior fardello dell’eredità berlusconiana, vuole a tutti i costi questa riforma?
Anche questa cosa ormai è nota da tempo: si tratta semplicemente del primo passo per portare la magistratura inquirente cioè le procure che indagano sotto il controllo politico del governo, far diventare i pubblici ministeri dei cagnolini da riporto o poco più come si addice in una #moderna #autocrazia.
E poi? Beh, e poi ci sarà la seconda puntata di questo stravolgimento democratico della separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario): come sappiamo nella nostra Costituzione è scritto anche che vi è “l’obbligatorietà dell’azione penale”. In parole semplici, quando arriva una “notizia di reato” sul tavolo di un PM, questi #deve avviare il suo lavoro per verificare la fondatezza della denuncia o querela, indagare, acquisire gli elementi necessari per poi poter chiedere lo svolgimento del processo oppure l’archiviazione.
Ecco, la seconda puntata sarà quella di cancellare, direttamente o indirettamente, quest’altro fondamento democratico della nostra Giustizia e fare in modo che i pubblici ministeri possano, come dire, fare una sorta di hit-parade, una classifica di priorità dei reati da perseguire, magari dopo che la maggioranza politica in parlamento o direttamente il governo abbia fornito loro l’elenco di queste priorità.
E così, magari, si continuerà nel cammino già avviato (vedi per esempio l’abolizione dell’abuso d’ufficio e non solo) che vuole una giustizia penale con la “mano di ferro” per i reati di “dissenso” politico (manifestazioni, scioperi, pseudo ordine pubblico) ovvero dei “poveri e disgraziati” e la “mano di piuma” per quelli dei cosiddetti colletti bianchi, dei rappresentanti dei potentati economici o degli amministratori pubblici.
La nostra è una delle Costituzioni migliori al mondo, nata dalla Resistenza e dal rifiuto del totalitarismo fascista, e proiettata fin dall’inizio a realizzare equilibrio democratico tra poteri limitati e mai assoluti o predominanti per un obiettivo ancora più alto: #uguaglianza #sostanziale e riconoscimento e garanzia dei #dirittifondamentali della persona sia nella dimensione individuale che sociale.
#teniamocela #stretta e anche questa volta andiamo a dire #NO a questo nuovo tentativo di spallata antidemocratica.
