Il RomaEuropa Festival, giunto alla sua quarantesima edizione, ha presentato a Roma, il 16 settembre scorso uno spettacolo unico nel suo genere: “Novecento: Il duello”, nato tra le righe di Novecento, il testo teatrale di Alessandro Baricco. Una versione speciale raccontata dall’Autore, accompagnato al pianoforte da Stefano Bollani e con la partecipazione di Enrico Rava.
Un incontro intenso tra poesia e sonorità, un connubio inscindibile in cui le parole diventano tutt’uno con le melodie e viceversa, il cui risultato è un’opera dal forte impatto emotivo che va diritto al cuore degli spettatori.
Il 16 settembre scorso, il RomaEuropa Festival, giunto alla sua quarantesima edizione, ha proposto ad un pubblico entusiasta, accorso numerosissimo, presso l’a Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma, una serata magica. L’occasione è stata l’offerta di un progetto ideato dallo scrittore Alessandro Baricco con la collaborazione di Alessio Bertallot e Stefano Bollani: Novecento: Il duello.
Uno spettacolo unico, nato ed ispirato da un monologo teatrale, Novecento, scritto dallo stesso Baricco nel 1994. Un testo divenuto, nel tempo, un libro, un fumetto ed una playlist che continua ad incantare il pubblico di ogni latitudine. Quella presentata all’Auditorium è una versione speciale, raccontata dall’Autore sulle note di un pianista d’eccezione, Stefano Bollani, in un incontro intenso, dove le parole e le sonorità si intrecciano in un connubio inscindibile tra poesia e melodia, in cui ogni elemento esalta ed include in maniera indissolubile l’altro, con il risultato di creare un’opera dal forte impatto emotivo che va dritta al cuore degli spettatori. Ad arricchire di sonorità questo confronto, il trombettista Enrico Rava, tra i più apprezzati musicisti contemporanei, in una serata che attraversa diversi generi musicali: quelli reinventati da Novecento.
Ma veniamo al testo da cui trae spunto lo spettacolo.
Siamo nel 1900, a bordo del transatlantico Virginian, che solca l’Atlantico, dove viene trovato un neonato abbandonato. Adottato da uno dei fuochisti della nave, gli viene dato il nome di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento (quest’ultimo nome in omaggio al secolo appena iniziato).
Novecento trascorrerà tutta la sua vita a bordo della nave, rifiutando di scendere a terra per timore dell’ignoto, dove imparerà ad osservare il mondo attraverso i passeggeri e l’equipaggio.
Novecento ha anche una passione straordinaria, accompagnata da un talento altrettanto sbalorditivo: il pianoforte, che lo porteranno a diventare un pianista, autodidatta, unico e famoso.
La musica, per lui, è una forma di espressione che gli permette di esplorare il mondo e le emozioni, senza il peso e le complessità della vita reale.
Ben presto, la fama del “pianista sull’oceano” (un richiamo obbligato al bellissimo film di Tornatore: “La leggenda del pianista sull’oceano” del 1988, tratto, appunto, dal monologo teatrale di Baricco) giungerà alle orecchie di un gigante della musica del tempo, un pianista che si ritiene essere l’ideatore del Jazz, Jelly Roll Morton, il quale si imbarcherà sul Virginian per sfidare quel bizzarro talento in un duello pianistico che si concluderà, come sappiamo, con la sconfitta del primo, decretata allorquanto Novecento, al termine di un confronto serrato, avvicinerà una sigaretta spenta alle corde roventi del pianoforte che ne provocheranno l’accensione, al termine dell’esecuzione di un pezzo.
All’aggressività irosa di Morton Novecento contrappone, oltre che la sua bravura, la sua umiltà: un condensato di curiosità e desiderio di apprendere qualcosa di nuovo dall’avversario.
“Evocarlo alla tastiera sarà come entrare nel mito” ha commentato Bollani.
