Giornalismo sotto attacco in Italia

Napoli, città dell’inclusione: il sindaco espone la bandiera palestinese, il vescovo a dedica il sangue di San Gennaro ai bambini uccisi a Gaza

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Il Comune di Napoli da questa mattina ha esposto una bandiera della Palestina  sulla facciata di Palazzo San Giacomo, sede storica del Comune.  L’iniziativa è stata voluta dal sindaco Gaetano Manfredi su richiesta dei consiglieri comunali. Il sindaco ha, inoltre,  raccolto l’appello a sostegno del popolo palestinese degli intellettuali napoletani, alcuni dei quali hanno partecipato al corteo di lunedì in occasione dello sciopero per Gaza.
Giorni fa era partita una petizione sulla piattaforma change org, voluta dal gruppo Fermatevi!, presieduto da Marisa Laurito, in cui si chiedeva di proclamare il sostegno ufficiale della Città di Napoli e della Regione Campania alla Global Sumud  Flotilla ; di continuare a sollecitare il Governo italiano, il Ministero degli Esteri, in stretta cooperazione con gli altri Stati interessati e con l’Unione Europea, a garantire la sicurezza dei partecipanti alla missione e di mobilitare la cittadinanza attorno a un segnale concreto di vicinanza e di difesa istituzionale in caso di atti ostili verso i partecipanti all’operazione umanitaria.
Un segnale di grande impatto simbolico era arrivato anche dal Vescovo di Napoli, Mimmo Battaglia, che il 19 settembre, durante l’omelia in seguito al miracolo di San Gennaro, aveva dichiarato che nell’ ampolla del Patrono c’è quello “di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale, accanto all’ampolla del santo. Perché non esistono ‘altre’ lacrime: tutta la terra è un unico altare”
Sempre all’ombra del Vesuvio, in 50mila hanno sfilato  per Gaza, nel corso di un corteo pacifico e formato da migliaia di giovani studenti, che hanno chiesto all’università Federico II di  “Bruciare gli accordi con Israele”, esponendo un lungo striscione.
    “Oggi facciamo quello che il nostro Governo non ha fatto in questi due anni – ha affermato uno dei rappresentanti parlando al megafono – bruciamo gli accordi fra le università italiane e chi sta compiendo il genocidio in Palestina. Davanti al silenzio dei nostri governanti, il grido degli studenti è chiaro: siamo noi che dobbiamo liberare le nostre università da questa classe che governa”.
    I manifestanti hanno puntato il dito contro il rettore, Matteo Lorito, perché “siede ancora al tavolo della Fondazione Med-Or: così è complice di uno Stato che uccide non solo con le bombe ma con la fame impedendo gli aiuti umanitari”. I manifestanti hanno annunciato un’ulteriore iniziativa: “le università saranno occupate qualora la Flottila che si sta dirigendo verso Gaza dovesse essere bloccata”.
Napoli, città che nel settembre del 1943, prima tra tutte in Europa, insorse contro il nazifascismo, quando le  “Quattro Giornate” furono un moto collettivo di dignità e che nei tempi recenti è stata la prima grande metropoli italiana a dare la cittadinanza onoraria Juliane Assange, conferma di essere  una città rifugio, dai porti aperti e dell’inclusione.

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