“Sedici anni di processo non sono una vittoria per nessuno – ha detto lo scrittore – ma ho la dimostrazione che la camorra in un’aula di Tribunale, pubblicamente ha dato la sua interpretazione: che è l’informazione a mettergli paura. Ora abbiamo la prova ufficiale in questo secondo grado che dei boss con i loro avvocati firmarono un appello dove – sottolinea Saviano – misero nel mirino chi raccontava il potere criminale. E non attaccarono la politica ma il giornalismo insinuando che avrebbero ritenuto i giornalisti, e fu fatto il mio nome e quello di Rosaria Capacchione, i responsabili delle loro condanne. Non era mai successo in un’aula del tribunale in nessuna parte del mondo”.
Saviano in lacrime: mi hanno rubato la vita, ora c’è la prova che i casalesi hanno paura dell’informazione
“Mi hanno rubato la vita”. Questo il commento a caldo di Roberto Saviano in una dichiarazione rilasciata all’Ansa subito dopo la lettura del dispositivo. Un commento amaro quello dello scrittore cui è stata attribuita la scorta proprio dopo quell’episodio avvenuto durante un’udienza del processo d’Appello di Spartacus, nel 2008. Alla lettura della sentenza, Saviano ha abbracciato in lacrime il suo legale, Antonio Nobile, e dall’aula è partito un applauso.
