Il peggioramento della situazione a Gaza e le richieste inviate alla Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) da numerosi giornalisti hanno spinto la nostra federazione, in coordinamento con il Sindacato dei Giornalisti Palestinesi (PJS), a inviare la seguente lettera alla Commissione Europea. L’EFJ suggerisce ai suoi affiliati e a tutti i giornalisti interessati di inviare lettere analoghe ai rispettivi governi.
Bruxelles, 24 luglio 2025
Egregia Presidente von der Leyen,
caro Vicepresidente Kallas,
cari Commissari europei,
Ci rivolgiamo a voi in qualità di rappresentanti della Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ), che rappresenta 300.000 giornalisti in Europa, in un momento in cui il mondo sta assistendo a una delle più gravi catastrofi umanitarie. Esprimiamo profonda solidarietà a tutti i civili che oggi muoiono perché il mondo non osa agire con decisione, e ai nostri colleghi giornalisti che, nonostante tutto, continuano a svolgere il loro dovere giornalistico. Purtroppo, la Commissione europea sta dando prova di moderazione, in un momento in cui tutte le autorità pubbliche oneste dovrebbero dare prova di coraggio.
Stiamo assistendo alla sistematica e deliberata carestia delle persone a Gaza, persone che da giorni non hanno accesso a cibo, acqua, forniture mediche o riparo. Bambini muoiono di sfinimento tra le braccia di genitori che non possono nutrirli. Negli ospedali, i neonati soffrono di grave malnutrizione, mentre i convogli di aiuti umanitari rimangono bloccati. Questa non è la conseguenza di una catastrofe naturale: è una decisione politica, una forma di punizione collettiva orchestrata dal governo israeliano.
Ciò che sta accadendo oggi a Gaza è un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità: la fame viene usata come arma e la negazione di beni di prima necessità – tra cui medicine e acqua pulita – sta avvenendo sotto gli occhi del mondo. E anche sotto i nostri occhi. Gli unici testimoni rimasti di questi crimini e sofferenze sono i giornalisti locali. Sotto il blocco e con l’esplicito divieto di ingresso ai giornalisti stranieri, rischiano la vita ogni giorno per portare la verità al mondo. E ora anche loro vengono ridotti al silenzio dalla fame.
Le Federazioni Internazionale ed Europea dei Giornalisti (IFJ ed EFJ) avvertono che i giornalisti a Gaza hanno raggiunto il punto di collasso fisico: stanno morendo di fame, stanno perdendo conoscenza, stanno perdendo le forze e, con esse, la capacità di svolgere il loro lavoro. Secondo i dati dell’IFJ, almeno 187 giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi dall’inizio della guerra a Gaza. Le loro morti lanciano un messaggio pericoloso: la verità non deve essere ascoltata. Chiudendo Gaza ai giornalisti stranieri, l’esercito israeliano sta sopprimendo la libertà di espressione e il diritto del pubblico a sapere. Stiamo assistendo al silenzio letterale delle voci della verità – i giornalisti – facendoli morire di fame.
Il rifiuto della diplomazia e degli Stati membri dell’UE di sostenere una revisione dell’accordo di associazione UE-Israele, insieme all’assenza di una chiara condanna del blocco degli aiuti e degli attacchi ai giornalisti, è profondamente deludente e moralmente inaccettabile. Persino gli aiuti umanitari annunciati perdono di significato senza una ferma decisione e posizione politica.
Chiediamo che la Commissione europea definisca chiaramente la sua posizione sul genocidio in corso a Gaza, smetta di nascondersi dietro formulazioni neutrali e non eviti più di adottare misure concrete.
Chiediamo che l’Unione Europea appoggi pubblicamente e ufficialmente la sospensione dell’accordo tra UE e Israele, l’urgente evacuazione dei civili in pericolo immediato, gli appelli internazionali affinché consentano l’accesso a Gaza ai giornalisti stranieri, la protezione dei giornalisti locali e le richieste di un’indagine internazionale sulla sistematica riduzione in miseria come crimine di guerra.
L’UE deve schierarsi dalla parte della verità, dell’umanità e del diritto internazionale. Ci aspettiamo che la Commissione europea sostenga con forza il diritto internazionale e la tutela dei diritti umani.
Quando la verità viene soffocata nel silenzio, è nostro dovere parlare ancora più forte. È una vergogna morale e politica che la Commissione europea rimanga in silenzio in questo momento.
Ricardo Gutiérrez, Segretario Generale dell’EFJ
Maja Sever, Presidente dell’EFJ
(Foto tratta dal sito di Efj)
