Giornalismo sotto attacco in Italia

Le leggi bavaglio contro i giornalisti servono (anche) a nascondere i morti ammazzati

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Mancava la prova fumante dell’impatto nefasto delle leggi bavaglio, quelle pensate e scritte per tutelare, principalmente, gli indagati eccellenti, i colletti bianchi, i coinvolti nei procedimenti per reati contro la pubblica amministrazione. Nelle intenzioni la legge Cartabia e la legge Nordio avrebbero dovuto rappresentare una “riforma della giustizia” applicativa della presunzione di innocenza (tra le altre cose). E invece adesso abbiamo la certezza che sono servite anche ad occultare la realtà, la percezione di ciò che accade ogni giorno in Italia, la possibilità di conoscere la cronaca dei fatti, soprattutto dei fatti scomodi. Negli ultimi giorni a Roma sono state letteralmente nascoste due morti violente, comunque raccontate dai giornalisti di Roma Today. Uno è un omicidio, l’altro probabilmente anche. I fatti sono accaduti molti giorni fa, il 2 e il 3 luglio, nella capitale. La Procura di Roma non ha ritenuto che i cittadini dovessero conoscere quanto successo, la morte violenta di due persone e il contesto, al suo modo grave, in cui i fatti sono maturati. Gli effetti collaterali di questa storia sono molteplici e riguardano solo in parte la, pur gravissima, libertà dei giornalisti di accedere alle fonti giudiziarie, ciò che ci ha appena rimproverato la Commissione europea nel Rapporto sullo Stato di diritto dell’Unione. No, c’è anche dell’altro. I cittadini di Roma e del resto d’Italia sono tenuti a pensare che la loro città sia più tranquilla di ciò che realmente è, che no, non si può morire per un debito o per una rissa tra senzatetto. In un’epoca in cui tutto sembra scorrere in tempo reale, gli stessi cittadini sono “fortunati” se le notizie di morti violente le vengono a sapere dopo una settimana dai fatti, paradossale se si pensa che l’informazione è il bene fluido e veloce per eccellenza. Vien da chiedersi che Paese stiamo raccontando, che Paese stiamo leggendo, quali notizie non abbiamo saputo né sapremo mai, quali e quante morti violente non sono note perché i giornalisti, anche bravi, non sono riusciti a penetrare il muro di gomma alzato dalle leggi bavaglio.


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