Giornalismo sotto attacco in Italia

Intervista a Rafael Correa Delgado, ex presidente dell’Ecuador

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Nell’attuale quadro internazionale, in Europa come in America, lo Stato si defila sempre più dalle proprie responsabilità nei confronti dei cittadini.

Beni essenziali come sanità e scuola, vengono spesso delegati a finanziarie e assicurazioni, che attraverso esami a pagamento, cliniche e corsi scolastici privati, sostituiscono il servizio pubblico.

Il cattivo esempio statunitense, di cui Trump è solo la punta dell’iceberg, pur annullando il progetto di Obama che non ha mai intaccato la lobby delle assicurazioni sanitarie, ha finito per contagiare anche l’Italia, laddove il SSN da tempo è privo dei finanziamenti necessari, senza nemmeno gli adeguamenti contrattuali a infermieri e medici, costringendo così la maggioranza dei pazienti a ricorrere alle onerose cure private – per chi può permetterselo – in assenza di un’assicurazione che copra parte delle spese. E che comunque costa.

Lo stesso succede in altre parti d’Europa e praticamente ovunque nel continente americano, dopo il collasso di Cuba e la controrivoluzione di Javier “motosega” Milei in Argentina che sta smantellando amministrazione pubblica e Stato sociale; così come sta facendo Lula in Brasile che, pur “di sinistra”, ha ridotto l’assistenza ai poveri attraverso l’esclusione dei single da Bolsa Familia.

In un momento come questo, che esalta la disuguaglianza sociale, è utile un raffronto con l’Ecuador del decennio 2007-2017 sotto la presidenza di Rafael Correa Delgado, dove il dimezzamento del tasso di povertà e lo sviluppo attraverso le risorse energetiche investite sulle infrastrutture, hanno permesso un welfare mai registrato prima nel paese sudamericano. Progressi che fecero dell’Ecuador il paese più sicuro del Sudamerica, mentre oggi al contrario è diventato un narco-stato.

Intervista a Correa

Ho incontrato l’ex presidente Correa a Bruxelles in un quartiere popolare, grazie alla mediazione di una attivista della Revolución Ciudadana a Quito.

Il partito fondato da Correa è ancora scosso dalla sconfitta alle recenti elezioni presidenziali in Ecuador che hanno confermato Daniel Noboa, dopo un secondo turno oggetto di contestazioni e possibili brogli nel conteggio finale delle schede.Correa è attualmente rifugiato politico in Belgio, oggetto con il suo vice Jorge Glas di un mandato di cattura per corruzione, a causa di presunti finanziamenti al suo ex partito Alíanza Pais (dalla cui scissione è nata poi la Revolución Ciudadana) attraverso fondi pubblici. Mandato di cattura la cui esecuzione venne ricusata da Interpol in quanto compito del paese di provenienza, la cui richiesta di estradizione è stata respinta dal Belgio. Correa è stato condannato in contumacia, senza una difesa adeguata alla gravità delle accuse.

Cominciamo dall’economia: ci spieghi il Bono de Desarrollo Humano, che è stato il cardine del welfare durante il Suo governo” “Siamo stati accusati di populismo assistenziale per questa riforma, che in realtà non era altro che un fondo di accumulo di denaro pubblico, basilare per finanziare la sanità e l’istruzione, servizi essenziali come la distribuzione di acqua potabile, il supporto alle pensioni di basso reddito, alle madri single e alle casalinghe, oltre a finanziare un programma nutrizionale per i bambini e la vivienda, cioè la costruzione di alloggi popolari, su cui sono stati investiti oltre 900 milioni di dollari. Ricordo che il Bono si è reso necessario per sostituire i finanziamenti del FMI, che avevano mostruosamente indebitato l’Ecuador durante i passati governi” (Correa affrancò in parte il paese dal controllo FMI, attraverso un buyback dei bond ecuadoriani che erano stati poi venduti alle banche europee. Le obbligazioni, non riconosciute dal governo in carica, avevano perso valore e furono riscattate pagando solo il 35% del prezzo d’acquisto originale. – nda)

Una critica rivolta al governo di allora, fu che i proventi del petrolio furono prosciugati per finanziare tale programma” “Falso, quei soldi non vennero toccati, facevano parte dell’ingreso transitorio, cioè legati a fonti di energia che per la loro stessa natura prima o poi si esauriscono. Petrolio e gas servirono a costruire strade, scuole ed ospedali, mentre i fondi per pagare farmaci, operai, maestri e medici – che sono costi fissi – vennero attinti da l’ingreso permanente, cioè dalla tassazione su imprese e banche, in particolare sugli extra profitti di queste ultime. Una distinzione che io ho voluto e posto nella Costituzione”.

“E qui veniamo al punto dolente: il risentimento delle banche nei Suoi confronti, che portarono alla presidenza di Guillermo Lasso – uno dei banchieri più in vista – dove durò solo due anni (2021-2023) a causa dell’impeachment che lo travolse. Daniel Noboa, attuale presidente, è anch’egli figlio di un banchiere.”

Quando cominciai, le banche caricavano commissioni anche sui prelievi Bancomat e l’uso della carta di debito per acquisti via POS, procedure che io dovetti proibire.

Per reazione, le banche aumentarono le commissioni su prestiti, mutui e servizi quali la vendita di strumenti finanziari. Tuttavia le imposte che le banche pagano sui profitti, una volta detratte le spese per gli impiegati e prima del Impuesto a la Renta (la nostra Irpef – nda) rimangono invariate (non oltre il 25%) allora come adesso, secondo parametri legati al fatturato. In Ecuador vanno da un minimo del 5% per utili inferiori ai 5 milioni di dollari, fino a un max. del 25% per utili superiori a 100 milioni.”

Quando Lei ha smesso, il salario minimo mensile in Ecuador era USD 400. Oggi è 470. In otto anni, è aumentato meno del 20%.

Quando ho iniziato nel 2007 el salario básico era 160 dollari.

Nel 2017 l’ho lasciato a 400.

Un incremento del 150% in 10 anni.

Lenin Moreno tagliò anche gli incentivi che avevo inserito nel quadro della transizione ecologica per l’acquisto di auto elettriche, in vista del calo della produzione di greggio, poi avvenuta.” (Il taglio degli incentivi provocò violente proteste popolari da parte della comunità indigena – nda).

Il motivo principale dell’astio degli Stati Uniti nei Suoi confronti è stato l’asilo politico che il Suo governo ha concesso nel 2012 a Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, nell’ambasciata ecuadoriana di Londra? Sicuramente è stata una delle cause, ma ritengo che dal loro punto di vista la goccia che fece traboccare il vaso già prima, fu la mia decisione nel 2009 di chiudere la loro base militare a Manta, assumendo il pieno controllo delle operazioni sulla costa del Pacifico.

Non me l’hanno mai perdonata”.

Fino a supportare il governo attuale di Noboa, anche in occasione dei brogli elettorali di aprile ai danni del Suo partito che Lei lamenta?

Nel rapporto Oas (Organizzazione Stati Americani) viene confermato l’uso di penne con inchiostro a lento rilascio, che hanno consentito la trasferenza della marcatura del voto dalla posizione della nostra candidata a quella simmetrica di Daniel Noboa. Secondo il parere dell’Istituto Criminologico Canario esperto di chimica, questa tecnica è possibile. Una volta piegato il foglio, la marcatura sulla posizione di partenza si cancella, trasferendosi su quella del candidato posto in simmetria nella scheda elettorale“.

(La MOE – Missione per l’Osservazione Elettorale – ha segnalato il divieto da parte del Comitato Elettorale di usare telefoni e altri dispositivi per fotografare le schede – nda). “Revolución Ciudadana alla fine del primo turno ottenne il 44% come il partito di Noboa, e nel secondo turno Pachakutik, il partito indigeno, passò dalla nostra parte, portando in dote il suo 6%. Per cui, non è matematicamente credibile che abbiano vinto con il 55%”.

Lei ha incontrato Assange l’anno scorso dopo 12 anni e di recente ancora al Festival di Cannes.

Come l’ha trovato? “Direi bene, dopo quello che ha passato, credo che stia meglio di me; perlomeno lui è tornato a casa sua in Australia”.

Per concludere, è l’economia che determina il successo di un governo più che la politica?

“No, la politica etica deve sempre precedere il calcolo economico, perché lo Stato è responsabile nei confronti dei suoi amministrati attraverso i servizi pubblici per assisterli. Pubblico e privato devono rimanere distinti: beni primari come sanità e istruzione non devono essere ceduti a gruppi che ne fanno fonte di lucro. La dignità della società umana si fonda sulla salute e sull’educazione del cittadino, e va difesa dall’attacco delle oligarchie”.

(Rafael Vicente Correa Delgado

foto, video e testi © Flavio Bacchetta

foto Assange e Correa © Mashi Rafael)

 


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