Giornalismo sotto attacco in Italia

Il tre maggio non è una data “vuota” e la libertà dei giornalisti si tutela ogni giorno

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La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso  la sua soddisfazione per l’approvazione della proposta di legge che istituisce la giornata nazionale dedicata alla memoria dei giornalisti uccisi.
La data scelta, tre maggio, peraltro, coincide con la medesima giornata indetta dall’Onu nel 1993 per la libertà d’informazione.
Si tratta di un proposito lodevole, ma la presidente dovrebbe rispondere (non solo a lei) ad alcune domande.
Nell’immediato il governo potrebbe convocare quelle famiglie che ancora attendono verità e giustizia.
Si potrebbe partire dai familiari di Tullio De Mauro, che ancora attendono di conoscere i mandanti e gli esecutori di quel delitto.
Per venire ai giorni nostri come dimenticare i genitori di Mario Paciolla, assassinato in Colombia. Il governo chiederà alla delegazione italiana all’Onu di pretendere nuove indagini e l’accesso a tutta la documentazione?
Daranno finalmente  tutte le documentazioni relative all’esecuzione di Ilaria Alpi, Miran,Hrovatin, Italo Toni, Graziella De Palo?
Si chiederá  ad Israele di rendere pubblici  i nomi dei soldati che hanno ucciso il fotoreporter Raffaele Ciriello?
Perché mai, anche questo governo, come i precedenti di altro colore, ha deciso di non incontrare i genitori di Andrea Rocchelli, assassinato in Ucraina, insieme ad Andrey Mironov , colpito da piombo ucraino, come affermano ben due sentenze?
A questo proposto vi consigliamo di leggere la lettera aperta scritta da Elisa Signori Rocchelli , pubblicata sul sito della nostra associazione.
Se la presidente é davvero interessata alla ricerca della verità e della giustizia, convochi  quelle famiglie, consegni  loro gli atti secretati, ascolti le  richieste che non riguardano il passato, ma il futuro.
Già che si trova provi a leggere l’European Media Freedom Act che, all’articolo 4, impone la tutela delle fonti, il rafforzamento del segreto professionale, severe sanzioni contro chi minaccia la libertà di informazione, la lotta contro le querele bavaglio, il divieto di spionaggio.
Queste norme sono in vigore da febbraio 2025, l’Italia non solo  non ha accolto queste indicazioni, ma addirittura il medesimo governo, i ministri, i parlamentari hanno aumentato invettive, minacce, denunce.
La commissione parlamentare di vigilanza è paralizzata da otto mesi per l’ ostruzionismo della maggioranza, che vuole imporre alle opposizioni una presidente scelta  da chi già controlla l’amministratore delegato e la maggioranza del consiglio di amministrazione.
Se proprio vuole occuparsi di libertà di informazione ricordi ad Israele che non si possono bombardare non solo le Chiese ma neppure la popolazione civile, e nemmeno i centri ONU dove trovano riparo anche cronisti e volontari, per non parlare del giornalisticidio in atto.
É accaduto stamane, giornalisti e volontari , hanno rivolto un appello al governo. In attesa di commemorare i cronisti uccisi, forse la presidente Meloni potrebbe occuparsi di quelli ancora in vita.
(Nella foto l’ultima manifestazione tenuta a Napoli per Mario Paciolla, il 15 luglio)


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