Falsi storici, un mare di bugie, il tradimento degli orrori della Shoah. Impossibile immaginare che per opportunismo elettorale, per propaganda e demagogia si potesse assistere nel 2025 non solo alle terribili scene delle devastazioni e dei massacri di Gaza, delle violenze dei coloni israeliani in Cisgiordana, degli spari su chi disperatamente cerca un po’ di cibo, senza che il governo italiano desse un qualche segnale di condanna. Oltre a questo, l’orribile contraffazione della realtà.
Gli eredi di Almirante, del teorico della ‘Difesa della razza’ contro gli ebrei, oggi difendono Netanyahu e la sua scellerata crudeltà. Forse implicitamente pensano che ben poco della cultura e della religione ebraica ci sia nelle scelte politiche del governo israeliano, ma sta di fatto che, pur si restare al suo fianco, stravolgono senza vergogna fatti incontrovertibili, non foss’altro per quel poco che i giornalisti ancora vivi a Gaza riescono a mostrare al mondo.
Le perle si ripetono. Come l’insulsa polemica con Giuseppe Conte sulla tragica immagine del bimbo palestinese devastato dalla denutrizione, come se quel corpicino non fosse l’esempio di uno dei tanti modi in cui viene attuato il genocidio, ma solo frutto dell’opportunismo politico del presidente dei Cinque Stelle.
O l’altro capolavoro giornalistico, denunciato dallo stesso componente del CdA Rai, Roberto Natale, su un servizio trasmesso dal TG1 sul blocco delle tonnellate di cibo giunti dalla Turchia la cui responsabilità, per bocca del portavoce dell’esercito Israeliano, veniva attribuita all’Onu o, nella versione Usa, ad Hamas.
Infine la versione più indegna, proposta nell’austera sala del Parlamento Europeo il 17 giugno scorso, ma di cui si è saputo solo ora, dall’esponente di Fratelli d’Italia (ancora e sempre loro) Elena Donazzan. Sì, è vero che ci sono tanti morti a Gaza, ma è solo perché Israele si difende dopo il 7 ottobre di due anni fa e se ci sono tante vittime tra i bambini è perché ‘i terroristi li usano come scudi umani’.
Ora, che una persona portatrice convinta di una tale disumanità possa anche essere scelta da una forza politica come FDI perché ha dei seguaci, affari loro. Ma quale parte dell’umanità può sceglierla come propria rappresentante?
Se si conservasse memoria di queste aberrazioni forse si avrebbero risultati elettorali diversi e forse, tra gli italiani disorientati, delusi che si sono allontanati dalle urne, potrebbe scattare un nuovo senso della propria dignità, del proprio orgoglio anche soltanto per il rifiuto di essere rappresentati in modo così indegno nelle più alte sedi istituzionali.
