Dieci anni fa ci lasciava Santo Della Volpe, giornalista, inviato del tg3, fondatore di Articolo 21, presidente della Federazione nazionale della stampa, dirigente dell’Usigrai, portavoce di Liberainformazione.
Una vita dedicata ad “Illuminare le periferie”, sempre dalla parte degli ultimi, animatore di mille campagne contro censure e bavagli.
In queste ore ci avrebbe spronato ad essere ancora più combattivi, all’indomani della presentazione del rapporto sullo Stato di diritto dell’Unione europea.
Articolo 21, che ha come mission prioritaria la libertà di informazione e la ha tutela del pensiero critico, aveva segnalato attraverso una lettera indirizzata al Commissario europeo per la democrazia, la giustizia, lo stato di diritto e la tutela dei consumatori che «neppure uno dei punti indicati al Governo italiano nel rapporto del 2024 ha trovato accoglienza».
Per Santo, il contrasto alle “querele bavaglio”, la difesa del diritto alla libertà di espressione e la tutela dei colleghi più fragili, i precari, erano battaglie cruciali.
Come la determinazione a illuminare gli ultimi, i dimenticati.
Non è un caso che il nostro ultimo incontro, a poche settimane dalla sua scomparsa, fu durante una riunione con gli amici di Articolo 21 per un nuovo importante progetto.
Quando gli chiesi come stava, sorrise lievemente e rispose: “resisto”.
Nonostante l’avanzata inarrestabile del male che ce lo ha portato via, non aveva voluto far mancare il suo sostegno.
Santo c’era sempre. Come collega, come attivista, come amico.
È stato e sarà un riferimento per generazioni di giornalisti. Ha insegnato a me, come a tanti altri che non bisogna mai fermarsi davanti al muro delle censure, delle omertà e delle intimidazioni. Ha insegnato a tutti noi cosa significa il giornalismo d’inchiesta, è stato un esempio di equilibrio e di tenacia. Ha mostrato come l’impegno sociale possa procedere parallelamente con quello professionale. Si è speso fino all’ultimo in favore della legalità, nella lotta alle mafie, contro ogni bavaglio e le morti bianche. Ci ha lasciato un patrimonio immenso con i suoi scritti. Il suo ricordo ci ha permesso col tempo di sopportare il dolore per la sua perdita. Ma manca tanto. A tutti noi. Infinitamente.
L’incontro di lunedì 7 luglio di Articolo 21
