Giornalismo sotto attacco in Italia

“Caffè”: quali sono i suoi fini?

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Sicuramente il giornale «Caffè» costituisce un’assoluta novità, poiché presuppone una nuova maniera di affrontare il giornalismo e il dibattito politico. Essa consiste nel “prendersi una pausa”, ossia nella necessità di impegnarsi in un’analisi più profonda e dettagliata degli eventi politico-sociali che si susseguono intorno a noi. Tale necessità è dettata senza dubbio dal contesto sociopolitico che ci circonda, in cui la società è continuamente percorsa da un flusso indecifrabile di informazioni, la cui velocità di diffusione e spesso anche la non grande affidabilità conduce le masse ad essere inondate da esse, senza una possibilità di riflessione al riguardo. È ovvio che i social media contribuiscono in modo esponenziale a tale fenomeno, poiché ormai sono destinati a divenire il principale mezzo di comunicazione internazionale. E dal momento che non sono soggetti a una rigorosa giurisdizione circa le fake news, cominciano a costituire un’arma fondamentale per quei politici che fondano le proprie campagne su slogan vuoti e brevi. I social hanno educato le masse a scrollare infiniti contenuti in essi e le hanno rese pigre nel leggere contenuti ampi che richiedano una riflessione più profonda. Una buona parte dei cittadini, di conseguenza, si ritrova a sostenere politicamente chi riassume delle campagne elettorali in slogan privi di una coscienza. Lo
scopo di questo giornale è quello di intraprendere una sorta di guerra alla superficialità, dedicandosi allo studio approfondito dei singoli temi del dibattito pubblico, per individuare una stretta interconnessione tra azione politica e pensiero, poiché l’azione senza il pensiero è cieca, il pensiero senza l’azione è zoppo. Il Caffè vuole essere anche un centro di dibattito che vuole favorire la partecipazione ed il confronto. “Libertà è partecipazione” cantava Giorgio Gaber. Partecipare ci rende cittadini liberi, capaci di comprendere la nostra posizione nella società, quali sono i nostri limiti e le sfide che ci attendono, quali sono i muri da abbattere e le battaglie da combattere. Per questo la capillarità nella diffusione è centrale. Non siamo solo a Roma, Milano e Torino ma anche a Lecce, Treviso, Pisa e in molte altre città stanno nascendo tantissime redazioni, tanti piccoli centri di dibattito. La nostra capillarità però non è solo nazionale ma anche territoriale: abbiamo girato in numerosi licei non solo del centro ma anche della periferia, indipendentemente dallo “status” dell’istituto. Infine siamo un progetto trasversale e intergenerazionale. Mentre alcuni giornali studenteschi sono scritti e rivolti solo (d)ai propri coetanei, spesso compagni di scuola, noi siamo un giornale di liceali ed universitari con uno sguardo alle altre generazioni, che si rivolge a tutti i liceali e a tutti gli universitari. E qui subentra il valore aggiunto dell’edizione cartacea. La carta torna ad assumere un ruolo fondamentale perché diventa il luogo fisico dove leggere le nostre idee, quelle stesse idee che vengono elaborate negli spazi fisici delle redazioni. Questo è possibile solo con una grande partecipazione, e una diffusione che, laddove non arriva il cartaceo, opera tramite il sito www.giornaleilcaffe.it ogni giorno visitato da centinaia di studenti. Una sana democrazia necessita di un buon sistema di informazione che è possibile solo se i cittadini possono essere informati: “il dovere di informare e il diritto ad essere informati”.  Per questo è necessario che esista un centro di dibattito che produca non solo informazione cronachistica o commento sulle notizie del giorno. Bisogna saper fornire pensieri lunghi e ragionati affinché solo in un secondo momento ci si possa fare un’idea sulle notizie giornaliere.  La nostra speranza è
quindi quella di poter creare questi spazi fisici e queste occasioni uniche di confronto in maniera del tutto indipendente perché è vero che il mondo dell’informazione è in crisi, ma è compito dei giovani prendere il timone di questa nave in balia delle onde e riportarla sana, salva e rinnovata a riva.

 

Giovanni Rossetti e Daniel Gavioli


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