Un intreccio di interessi personali, appoggi politici e informazioni manipolate ha portato alla creazione di una vera e propria truffa toponomastica, che ruota attorno alla figura di Bonaventura “Nino” Postiglione, fondatore di Radio Potenza Centrale. L’inchiesta di Leo Amato sul Quotidiano del Sud di oggi ricostruisce con precisione gli eventi che hanno portato all’intitolazione di luoghi pubblici a Postiglione in almeno 13 comuni italiani, nonostante il suo passato segnato da numerosi precedenti penali e affiliazioni politiche neofasciste.
Contro questa operazione, che molti ritengono una strumentalizzazione della memoria e della storia delle radio libere, si è schierata l’associazione Articolo 21, che nei giorni scorsi ha sostenuto con forza la battaglia per impedire, tra l’altro, l’accostamento improprio di Postiglione alla figura di Peppino Impastato, simbolo della lotta contro la mafia e promotore delle vere radio libere.
L’inchiesta non solo smonta il mito di Postiglione come “pioniere dell’etere”, ma svela i meccanismi che avrebbero permesso ai suoi eredi di beneficiare di un ritorno d’immagine facilmente monetizzabile, in un settore in cui la reputazione è fondamentale per ottenere vantaggi pubblicitari e politici.
