“Gentilezza come sinonimo di tante altre parole che rappresentano i veri valori dell’umanità: accoglienza, incontro, integrazione, solidarietà, disponibilità. Questo l’uso che Ottavio Olita ne fa nel suo ultimo romanzo che è un vero e proprio elogio della gentilezza. Elogio che nasce dal pensiero critico applicato alla nostra contemporaneità, senza pregiudizi o, all’opposto, complicità. Dal rifiuto dei conflitti per risolvere divergenze, alla condanna della violenza in qualunque forma si esprima”.
Questa è stata, in estrema sintesi, la presentazione che il coordinatore nazionale di Articolo 21, Giuseppe Giulietti, ha fatto de ‘L’incontenibile forza della gentilezza’, romanzo&realtà pubblicato da Isolapalma, presentato il 20 gennaio a Latina e il 21 a Roma con il coordinamento di Graziella di Mambro e l’intervento di Enzo Nucci, storico ex corrispondente dall’Africa per la Rai.
Nucci ha analizzato, attualizzandola, la parte della narrazione che descrive le terribili condizioni e le ingenti spese che devono affrontare le decine di migliaia di migranti che subendo saccheggi, violenze, intimidazioni, ricatti cercano di raggiungere il Mediterraneo per poi sperare di attraversarlo per raggiungere l’Europa. Attualizzazione che ha anche riguardato le pesantissime responsabilità degli ex Paesi colonizzatori, come la Francia, nei confronti delle popolazioni africane.
Alla presentazione a Roma, svoltasi nella sede dell’Associazione della Stampa e dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, ha preso parte anche la professoressa Anna Maria Curci, docente di Lingua e Letteratura Tedesca, nonché scrittrice e poetessa, che si è soffermata su come nel libro viene descritta, nella formazione dei più giovani, la forza buona della gentilezza che si avvale della fiducia nel dialogo, nella condivisione, nelle azioni di volontariato, così come in quelle di prevenzione e di cure alternative al carcere.
L’incrocio tra romanzo e realtà su cui il libro è costruito riguarda, da un lato, una vicenda ‘gialla’ che si sviluppa a Parigi e che ruota intorno all’omicidio di un giovane militante di una ONG, ‘Mosaico di Popoli’, impegnata nell’aiuto ai migranti provenienti dall’Africa, dall’altro la formazione di un adolescente. Luigi, il nonno del ragazzo che è alle prese con episodi di bullismo a scuola, imbocca una strada educativa particolare per dimostrargli che alla violenza non si deve e non si può rispondere con la violenza. Grazie anche alla collaborazione di una insegnante del ragazzo, gli fa conoscere una comunità d’accoglienza, gestita dal sacerdote Ettore Cannavera, che propone forme alternative al carcere per giovani devianti e varie altre iniziative di volontariato operanti in Sardegna, grazie al referente sardo dell’associazione Libera di don Luigi Ciotti, il professor Gianpiero Farru.
Il racconto fa anche conoscere la realtà culturale di Siena, la città nativa di Lorenzo, il giovane attivista ucciso nella metropolitana parigina e infine i modelli di vita di due mitici personaggi della storia d’Italia come l’imprenditore Adriano Olivetti e Gigi Riva, l’uomo, il campione del quale il 22 gennaio scorso è stato ricordato il primo anniversario della morte.
Nel commentare, infine, il fatto che il libro venga dedicato ‘Agli utopisti, ai costruttori di pace, a chi rispetta e ama’ Giuseppe Giulietti ha affermato che gli utopisti di cui si parla nel romanzo sono l’espressione vera di cosa si intenda per utopia: non un’astrazione, un allontanarsi dalla realtà, ma l’esatto opposto. Utopia come impegno per la costruzione di un futuro di armonia, pace, solidarietà da consegnare alle future generazioni.
E Anna Maria Curci ha aggiunto: “Al termine della lettura si può affermare che sono il dialogo, la condivisione, la relazione costante con altri soggetti individuali e collettivi ad essere allo stesso tempo strumenti umani ed elementi costitutivi degli umani”.
Da rimarcare, infine, una formidabile coincidenza. Quest’inno alla non violenza, all’accoglienza, alla solidarietà è stato presentato a Roma mentre a ‘Palazzo Cipolla’ di via del Corso campeggia il maestoso, profetico, commovente dipinto di Chagall “La crocifissione bianca”.