Un’orribile, ordinaria, giornata infernale nelle carceri italiane. Altro suicidio a Regina Coeli

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Che orribile giornata per le carceri italiane e per la democrazia! In poche ore due notizie provenienti dal mondo dei penitenziari fanno precipitare democrazia e dignità nel burrone. Ieri un’inchiesta della Procura di Milano ha portato all’applicazione di 13 misure cautelari in carcere e ai domiciliari verso altrettanti agenti della polizia penitenziaria per fatti avvenuti all’interno dell’Istituto minorile “Beccaria” di Milano. Un’inchiesta su pestaggi, minacce e intimidazioni praticati dai secondini che venivano “coperti” da rapporti falsi sugli scontri interni che venivano attribuiti ad intemperanze dei detenuti ed invece erano torture, spedizioni punitive, persino un tentativo di violenza sessuale. Il coperchio dal pentolone infernale di quel carcere è stato sollevato dalle confidenze fatte da alcune vittime dei pestaggi alla psicologa dell’Istituto e da questa comunicate al garante dei detenuti del Comune di Milano.
Ma intanto mentre venivano notificate le misure restrittive si è registrato un altro suicidio in carcere a Roma. Lo ha reso nito il garante regionale dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasìa.
“Ancora un morto in carcere, un suicidio, a Regina Coeli qualche ora fa. Ero all’interno dell’istituto, in direzione, quando è arrivata la notizia: un uomo di trentasei anni, cinese, in carcere da poco più di un mese, si è impiccato alla terza branda del letto a castello nella solita settima sezione, quel porto di mare di arrestati, isolati, puniti, separati, dove l’anno scorso se ne sono ammazzati quattro”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa, sul suo profilo Facebook. Il Garante si era recato in visita nel carcere romano con il presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale del Lazio.

“Non posso che ripetere le parole del Presidente Mattarella: servono risposte urgenti, contro il sovraffollamento, per condizioni di vita umane e dignitose, l’unico modo per contrastare la piaga dei suicidi in carcere”, ha concluso Anastasìa.

Si tratta del trentaduesimo suicidio di un detenuto in Italia dall’inizio dell’anno, il secondo nel Lazio.


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