La Chiesa di Papa Francesco non vuole avere a che fare con chi fa soldi vendendo strumenti di morte

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Narra la Storia che quando portarono all’imperatore Vespasiano le prime monete provenienti dagli orinatoi pubblici per il cui utilizzo era stata disposta la corresponsione di un pagamento, egli accostasse alcune monete al proprio naso per poi sentenziare “pecunia non olet”, cioè non dànno cattivo odore. E con questa dichiarazione, e con il suo potere imperiale, chiuse la diatriba apertasi quando si era venuto a sapere della sua intenzione di imporre il pagamento di una piccola somma per l’utilizzo degli orinatoi pubblici che ancora oggi dove ci sono vengono denominati vespasiani.

Riferiscono le cronache che di recente papa Bergoglio di recente abbia rifiutato una ricca donazione per l’ospedale pediatrico Bambin Gesù perché proveniente da una multinazionale che tratta armi e vari sistemi per uccidere in serie. Bravo Papa Francesco, così si fa. Non si può portare salute, e quindi vita, con soldi guadagnati uccidendo in giro per il mondo esseri umani, uomini donne bambini bambine vecchi e vecchie. Questa volta i denari avevano odore! Sarà perché l’odore del dolore e quello della morte sono molto forti, e anche perché c’è il naso, e il naso di papa Francesco a una particolare sensibilità per certi odori che negano la vita.

Il dardo è tratto, la scelta di campo della Chiesa cattolica apostolica romana é netta e trasparente: non vuole avere a che fare con chi fa soldi vendendo strumenti di morte.

Ora dovrebbero trarsi le ovvie conseguenze. In primo luogo non dovrebbero essere mai più benedette o benedetti le armi e gli armadi. Quindi niente messe la domenica mattina nei piazzali delle caserme, niente precetti pasquali niente picchetti d’onore in occasione di processioni, niente cappellani militari.

Ve lo immaginate un mondo nel quale gli eserciti nemici cercano di darsi reciprocamente la morte invocando ciascuno lo stesso Dio per prevalere sul nemico? Vale lo stesso se un esercito uccide il nome di Allà e un altro il nome di Javè: a dio si può cambiare nome ma resta sempre lo stesso.

Gli uomini e le donne, se non vogliono imparare a non uccidersi reciprocamente, dovrebbero almeno imparare a non uccidersi in nome di un dio al quale possono cambiare il nome quante volte vogliano, ma è – appunto – sempre lo stesso.

La decisione di Papa Francesco é scomoda, molto scomoda per tanti e tante. Come dovrebbero regolarsi presidenti, amministratori delegati, consiglieri di amministrazione, sindaci, dirigenti, impiegati e addetti di vario genere di imprese che producono e commerciano in armi? Possono ad esempio partecipare all’eucarestia dopo aver costruito o venduto una qualsiasi arma destinata a produrre dolore e morte per nemmeno si sa quante volte? Sì non è lecito utilizzare danari provenienti dal commercio di armi per finanziare ospedali pediatrici, quando possono essere usati per dar da mangiare a figli mogli genitori eccetera. È un bel rebus, vi sono casi in cui o si dà da mangiare ai figli con i proventi del traffico di armi o non li fai mangiare. Si può ipotizzare un mondo senza armi e senza armati? Sarebbe un’utopia, è vero. Ma non sono le utopie insieme ai miti a muovere la storia? In un mondo in cui tutto o quasi è basato sul freddo calcolo della propria convenienza in dispregio a quello altrui si può inserire un po’ di utopia? Gesù Cristo, ma anche Buddha, Gandhi, eccetera non sono noti proprio perché hanno proposto cose anche impossibili e hanno mostrato che non raramente l’impossibile può diventare possibile? Può valere la pena di provarci?


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