E adesso? Un popolo che è maggioranza senza poterlo essere

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Da ieri possiamo certificare che in Italia oggi esiste una forte, motivata, profonda opposizione sociale al governo di destra. E’ un popolo di gente che lavora a contratto, a cottimo, con partita IVA, a tempo determinato, a tempo indeterminato, che ha la pensione ma non più il reddito di cittadinanza, che cerca di far studiare i figli, comprare una casa, avere tutti i giorni da mangiare. Il popolo delle persone perbene, quel misto di operai, impiegati, artigiani che ora, strangolato dall’inflazione, vessato nei diritti sul lavoro e nella vita privata, si trova spesso a dover accettare quella che sta diventando una regola infame: un contrattino in regola per qualche spicciolo di euro e il resto in nero. Prendere o lasciare. Ha ragione Landini: quello in piazza a Roma era il popolo di chi paga e vuole pagare le tasse!

Ieri, per dire, c’erano figure mai viste prima alle manifestazioni: una grandissima quantità di infermieri, operatori ospedalieri, rianimatori e anche medici. Della sanità pubblica. Ascoltare chi sfila per difendere la Costituzione era molto, ma molto interessante: un gruppo di infermiere del policlinico raccontava che ormai gli straordinari non li pagano più, il capo reparto dice che a fine turno devi andare, ma poi ci sono i malati e spesso ti implorano di rimanere, i parenti ti chiedono di ricambiargli il letto sporco, di controllare l’ossigeno o una flebo…molti di loro rimangono, una ragazza di poco più di 20 ani raccontava di aver passato il badge e poi essere rientrata per finire di sistemare una cardiopatica in difficoltà. Poi è andata via dal retro. Questo è un paese così.

La repubblica democratica fondata sul lavoro è ridotta a questo. La manifestazione di ieri ha intercettato perfettamente un popolo enorme di persone oneste che vogliono solo vivere in un paese giusto, che colma le disparità, che non ricatta con finti lavoretti, che offra un minimo salariale e la possibilità di crescere sul posto di lavoro, ospedali funzionanti, almeno dignitosi, una buona scuola, un’attenzione speciale per i disabili e gli anziani e per le mamme con i bambini piccoli, un intervento forte per i problemi ambientali.

Un paese democraticamente normale dove le notizie si danno tutte e poi si commentano, dove il giudice fa il giudice e il politico fa il politico, dove se ho una diagnosi di tumore mi fanno gli esami diagnostici entro un mese.

Questo popolo esiste e, proprio come dice Landini, è maggioranza. Muta, astensionista, rinchiusa in se stessa, umiliata, impaurita, rassegnata, sbandata.

E adesso? Si chiedevano in molti ieri sera tornando verso casa da piazza S. Giovanni. E adesso ci vorrebbe la politica. Ci vorrebbe la dignità di una politica che manda al macero le liti, gli scontri per centesimi di voti in più e in meno, che non contratta per un piatto di cicerchie commissioni parlamentari o posti in Rai, che abolisce correnti, aree culturali e ciarpame del genere ma va dalle persone a spiegare che vuole proprio un governo che faccia quello che loro ieri chiedevano in piazza. E che faranno questo con un raggruppamento progressista, ecologista, che riscriva le regole di un paese democratico, civile, costruttivo, fantasioso, e molto europeo.

Ma nulla si vede all’orizzonte dopo un anno di regressione sociale, culturale e di democrazia che la destra sta realizzando con protervia da monarchia assoluta. Ripetendo la parola comando al posto di governo. Ostentando tutto il loro progressivo regime di azzeramento di diritti, di agevolazione all’evasione fiscale, di appoggio alla sanità privata. Il popolo del 7 ottobre chiede alla politica di fare finalmente il suo dovere prima che davvero sia troppo tardi per salvare i principi della nostra carta costituzionale.

 


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