Rohingya, MSF: “Dimenticati dal mondo, non dalle malattie” A sei anni dalla fuga dal Myanmar è ancora emergenza sanitaria nel più grande campo per rifugiati nel mondo  

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A sei anni dall’esodo di massa dei Rohingya, in fuga da una violenta operazione di sgombero per mano dell’esercito del Myanmar, i bisogni sanitari di circa un milione di persone rimangono enormi e gli aiuti umanitari sono insufficienti. Le sistemazioni temporanee allestite nel 2017 a Cox’s Bazar, in Bangladesh sud-orientale, sono diventate il campo per rifugiati più grande al mondo dove i Rohingya vivono senza alcuno status legale, privati della possibilità di lavorare e costretti a dipendere completamente dagli aiuti umanitari.

 

Medici Senza Frontiere (MSF), la cui capacità di far fronte all’emergenza in alcune aree del campo è quasi al limite, chiede alla comunità internazionale di stanziare più fondi per fornire alla popolazione l’assistenza umanitaria necessaria.

 

MSF ha registrato negli ultimi anni un peggioramento delle condizioni sanitarie della popolazione Rohingya, a causa delle pessime condizioni di vita a cui sono costretti. Circa un milione di persone si ritrova ancora oggi a vivere in condizioni precarie che sono progressivamente peggiorate di anno in anno. Nonostante lo stato di strade, servizi igienici e la fornitura di acqua potabile siano migliorate, le persone continuano a vivere in condizioni di sovraffollamento, in strutture non permanenti ed esposte ad incendi e a disastri naturali, senza la possibilità di spostarsi in aree più sicure e costruire abitazioni.

 

All’inizio di quest’anno MSF ha registrato il più alto aumento settimanale di pazienti affetti da colera dal 2017, mentre nel 2022 i casi di febbre dengue sono aumentati di dieci volte rispetto all’anno precedente.

 

Il 40% delle persone che vivono nei campi ha la scabbia, un valore ben al di sopra della soglia del 10% raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per avviare una somministrazione di massa di farmaci. A seguito dell’epidemia di scabbia e della chiusura di diversi centri sanitari per mancanza di fondi, nel corso del 2022 l’afflusso di pazienti in uno degli ospedali di MSF, costruito nel 2017 in due mesi in cima a una collina del campo di Kutupalong, è aumentato del 50%.

 

Tra gennaio e giugno 2023, questo ospedale, così come l’ospedale materno infantile di MSF di Goyalmara, ha registrato un forte aumento dei ricoveri pediatrici rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e l’ospedale pediatrico di MSF ha già raggiunto la sua capacità massima per numero di ricoveri.

 

“I campi avrebbero dovuto essere una soluzione temporanea ma dopo sei anni continuano ad essere l’unica sistemazione per queste persone. Se le inefficaci strategie di contenimento dei paesi donatori non cambieranno, la popolazione Rohingya continuerà ad essere estremamente vulnerabile alle epidemie di malattie infettive” dichiara Arunn Jegan, capomissione di MSF in Bangladesh.

 

Nel corso di questi sei anni MSF ha trattato malattie infettive, infezioni respiratorie, intestinali e cutanee e negli anni è cresciuta anche la necessità di curare malattie legate al mancato accesso all’assistenza sanitaria come il diabete, l’ipertensione o l’epatite C.

 

Necessari più fondi per l’assistenza umanitaria

 

Negli ultimi due anni i fondi stanziati dai paesi delle Nazioni Unite e da cui dipende la vita di un milione di Rohingya sono diminuiti gradualmente: da circa il 70% nel 2021, al 60% nel 2022, fino ad arrivare a circa il 30% nel 2023. Questo ha avuto ripercussioni anche sulle attività dei centri sanitari gestiti da organizzazioni che dipendono dai finanziamenti internazionali. Inoltre, a marzo le razioni alimentari del Programma Alimentare Mondiale (WFP) sono state ridotte dall’equivalente di 12 dollari al mese per persona a 10 dollari, fino a soli 8 dollari a giugno.

 

“Le razioni di cibo sono cambiate e le persone ne stanno risentendo molto. Se vuoi comprare il riso non puoi comprare l’olio e viceversa. Non abbiamo cibo a sufficienza, e lo stesso vale per l’acqua” ha raccontato a MSF Noyum, un uomo della comunità Rohingya in Bangladesh.

 

Nel 2022, in solo due delle strutture di MSF, sono stati registrati 3.200 casi di malnutrizione tra le donne in gravidanza e in allattamento e i tassi di malnutrizione acuta tra i bambini sotto i cinque anni erano del 19% nel 2022 e del 21% fino alla metà del 2023. 

 

Capacità al limite

 

La capacità di MSF di far fronte agli enormi bisogni medici della popolazione è quasi al limite in diverse aree. L’aumento del numero di visite mediche sta mettendo sotto pressione il personale, la gestione dei letti d’ospedale e le forniture di farmaci. Per far fronte a questa emergenza, i team di MSF sono costretti a indirizzare i casi meno urgenti ad altre strutture sanitarie e, in previsione di un periodo in cui i bisogni medici aumenteranno, MSF ha installato nuovi posti letto nell’ospedale pediatrico. Tuttavia, le équipe di MSF temono che anche a breve termine, con l’arrivo della stagione in cui si registra un maggior numero di pazienti, l’aumento dei posti letto non sarà sufficiente a coprire tutti i bisogni medici.

 

“Quest’ultima epidemia di scabbia dovrebbe essere una dimostrazione sufficiente ai governi internazionali per lavorare con maggiore urgenza e determinazione verso soluzioni durature. Ma purtroppo non è stato così” conclude Arunn Jegan, capomissione di MSF in Bangladesh.

 

L’Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere

Flavia Pergola, Press officer, 340 543 6642, flavia.pergola@rome.msf.org


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