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Un appello o qualsiasi azione che appoggi Papa Francesco e Sergio Mattarella dovrà essere, nei prossimi giorni e poi mesi a seguire, l’impegno principale per salvarci da una dittatura strutturata della destra, che persegue, ora chiaramente, questo obiettivo con il progetto del premierato eletto dal popolo. Con l’appoggio di Matteo Renzi che vuole essere il kingmaker dell’operazione. Se i leader dell’opposizione non lo capiscono, noi dobbiamo, pur infuriandoci, proseguire come se niente fosse, aggregare, allargare il campo, appellarci a tutti. Capiranno. Forse troppo tardi. Siamo di fronte, come scriviamo in tanti da tempo, ad un piano internazionale fasciosovranista, e certamente molto dipenderà anche dalla guerra: un armistizio, un piano di pace sarebbero indispensabili, anche se siamo consapevoli che Putin è uno degli artefici del piano della destra internazionale. La giravolta dell’appoggio incondizionato alla Nato è l’unica carta che tiene ancora in piedi la Meloni. Ma i suoi la pensano come il generale Roberto Vannacci e sono tutti putiniani. L’Europa farà valere le sue ragioni sul piano economico di fronte ad un governo che sta buttando alle ortiche il maggior aiuto economico della storia, il PNRR. Proprio per questo si lanceranno sull’elezione diretta del premier come via d’uscita, forti della maggioranza parlamentare. Le possibili conseguenze dovrebbero essere chiare a tutti: fuori il presidente Mattarella e nuovo voto per il Quirinale con questa maggioranza e Meloni puntellata per almeno un altro mandato. Deriva sudamericana allo stato puro. Anche in Vaticano si intrecciano manovre per certi versi analoghe sul futuro conclave, ma per Francesco chi crede può solo pregare e chi non crede sperare e condividere l’opera di Francesco. Ma per salvare la nostra Costituzione possiamo essere di più, mettere in campo azioni costruttive, di mobilitazione, giuridiche, di protesta, di appelli. Io resto convinta che più della metà del Paese la pensa così, non so come ma vanno raggiunti.
