80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Incontri con il cardinal Tonini fuori e dentro la Tv

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“Eminenza, un bicchiere d’acqua?” “No, grazie, sto bene così!”. Ricordi in TV e fuori TV di incontri intensi con il Cardinale Ersilio Tonini, la porpora della buona parola anche in tv. La porpora della comunicazione.

Il cardinale Ersilio Tonini, storico arcivescovo di Ravenna e Cervia, il sacerdote che celebrò i funerali di Raoul Gardini proprio trenta anni fa, venne alcune volte nel Mantovano e precisamente a Suzzara. Incontro con i fedeli e i curiosi di spirito e storia nella Chiesa dell’Immacolata, parroco don Lino Boselli, già nel 1997. Ecco lo scatto di Bruno Melli, foto-narratore di Suzzara e della Bassa. La chiesa affollata con gente fin sotto l’altar maggiore.

Era porporato da tre anni e ricordo che quando gli comunicarono che il Papa lo aveva creato cardinale, lui il vescovo Tonini, il “collega” di studio televisivo di Enzo Biagi in tante trasmissioni dedicate all’umanità e ai comandamenti, lui si meravigliò e arrivò a sussurrare ringraziando il Santo Padre, “spero di essere degno”. E per il suo popolo ma anche per il popolo di tante altre città e zone d’Italia il cardinale Tonini era proprio degno della porpora cardinalizia che ben amministrò continuando a fare il parroco d’Italia, come venne definito, e il promotore dei pensieri di bellezza e santità. Fanno dieci anni il prossimo 28 luglio dalla morte del Cardinale Ersilio Tonini e alla cerimonia di commemorazione venerdì 28 luglio a Ravenna al seminario arcivescovile con l’arcivescovo di Campobasso Boiano mons. Giancarlo Maria Bregantini ci sarà il parlamentare mantovano Bruno Tabacci, un segno di collegamento tra la chiesa e la missione toniniana con quella mazzolariana. Collegamenti forti tra Ravenna e il Mantovano suggellati da quelle visite di Tonini a Suzzara, chiesa gremitissima, per ascoltare la parola buona e bella di un prete che col sorriso predicava e indicava.

Sono stato fortunato: ho incontrato mons. Tonini in Rai e fuori parecchie volte, e ogni volta mi sentivo più denso e più forte. Una delle prime volte, ero proprio giovane-giovane, negli studi Rai di Milano, trasmissione Ci Vediamo Rai1 del mattino. Anno 1992. Un Tonini sfolgorante su vizi e virtù nella vita quotidiana, sulla strada della speranza e sul ruolo della misericordia. Magrissimo, intensissimo lo sguardo, occhi lieti e coinvolgenti, a tratti perforanti. Fui contentissimo quando il 18 ottobre 1997 chiesero a me di intervistarlo in pubblico alla Chiesa dell’Immacolata di Suzzara, che poi con il cardinale Tonini una vera e propria intervista non era, era piuttosto un dialogo, un colloquio, dove lui -accipicchia- ti ascoltava tanto, eccome se ti ascoltava.

Innumerevoli poi negli anni di Bologna gli incroci negli studi per collegamenti con le trasmissioni di Enzo Biagi o altri interventi. Tonini gettonatissimo in tv. Si sa che i tempi televisivi non sono proprio i tempi del resto del mondo e lui era molto paziente nell’attesa del collegamento e della linea. Una sera gli dissi: Eminenza gradisce un po’ d’acqua. Mi rispose: “Grazie molte, sto bene così”. Era uno “sto bene generale”.  Una sera presi coraggio, l’attesa era lunga, e dissi : “Le porto uno snack?!”  Lui mi fissò e mi disse “Grazie, mangio pochissimo, l’essenziale”.

Colossale il suo amore per la Chiesa: “La gente ha bisogno di preti che ci credono”. E a proposito delle sue partecipazioni alla radio e in televisione sottolineava: “Io cerco solo di testimoniare, di esprimere quello che penso. Adesso i giornali danno etichette a tutti e a me è toccata quella di grande comunicatore, Cosa significa? Mia madre, ad esempio, non andava alla radio o in tv ma comunicava molto più di me. Infinito Tonini.  E aggiungeva: “Il fatto è che viviamo in una società dove il valore è misurato dalla notorietà. Invece bisognerebbe essere noti per il valore”. Punto


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