Giornalismo sotto attacco in Italia

Il giornalismo non è un crimine, dal ponte di Rialto il grido per la libertà di stampa

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Il giornalismo non è un crimine. Venezia accoglie i giornalisti nella Giornata mondiale della libertà di stampa. Il flash mob sul Ponte di Rialto ha catturato l’attenzione di residenti e turisti solidali con le ragioni della manifestazione. In campo San Bartolomio le voci del Sindacato, dell’Ordine e di Articolo 21 per rivendicare il dovere di cronaca e il diritto di essere informati in maniera professionale e accurata e per far capire che l’informazione indipendente e autonoma è da preservare e tutelare come bene comune, patrimonio di tutti, presidio irrinunciabile per la tenuta democratica della società. Giuseppe Giulietti, fondatore di Articolo21 ed ex presidente della Fnsi ha ricordato i colleghi arrestati per aver fatto il loro dovere: in Iran, in Afghanistan, in Turchia; ma anche in Europa, Julian Assange in carcere in Gran Bretagna, Pablo Gonzàles in prigione in Polonia e poi Evan Gershkovich detenuto in Russia come Ivam Safronov, Katsiaryna Andreeva in cella in Bielorussa, Vladislav Yesypenko nella Crimea occupata. E ancora in Italia i colleghi sotto scorta per le inchieste contro la criminalità organizzata o l’estremismo di destra, quelli minacciati, quelli intimiditi.

Tra i bavagli più odiosi, insieme alle querele temerarie, la legge sulla presunzione di innocenza, quello del precariato selvaggio che toglie dignità e libertà ai giornalisti, ha proseguito Monica Andolfatto, segretaria di Sindacato Giornalisti Veneto, puntando il dito anche contro le conferenze stampa con divieto di fare domande o con insulti se le domande sono sgradite come ha fatto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, con un collega di Report. Fra i tanti presenti anche consiglieri comunali di Venezia di maggioranza e minoranza. Francesca Mazzola, segretaria dell’Ordine, ha letto la lettera di vicinanza che Luca Zaia, presidente del Veneto, ha voluto indirizzare ai giornalisti: “l’informazione libera e verificata, oltre ad assumere il ruolo di diga con la quale arginare le fake news, è un patrimonio comune a noi tutti». Il momento clou con lo striscione srotolato dal Ponte di Rialto e la scritta “Il giornalismo non è un crimine” e quello con la scritta “La Nuova e Il Gazzettino devono rimanere a Venezia” contro la decisione degli editori di smantellare le storiche redazioni dei due quotidiani.


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