Dolce e dilettevole auretta

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Era appena uscito il suo libro, a ottobre 2022, che a fine anno Guido Zaccagnini è improvvisamente scomparso, non riuscendo a goderselo, né forse a promuoverlo come avrebbe potuto mediante quella RAI in cui lavorava. Sono rimasto colpito per la sua prematura scomparsa, e in fondo mi dispiace anche che quest’opera abbia forse avuto una minore spinta propulsiva rispetto a ciò che meritava.

Perché insomma a parlare di musica si finisce spesso nello specialismo, nei dettagli tecnici, e invece c’è tanto bisogno di entrare in quel campo in maniera dilettevole, come addita appunto il titolo del libro: Una storia dilettevole della musicaE l’autore c’è riuscito mediante la singolare idea di conversare sui grandi e meno grandi compositori facendone emergere i temperamenti anche negativi, quelli «umani troppo umani», come le offese che si scagliavano l’uno contro l’altro, oppure i caratteri che manifestavano – invidia, volubilità, superbia, gelosia – vale a dire la gamma delle passioni peggiori. E in parallelo ai difetti, ecco anche le loro stramberie, come la nota passione per gli ombrelli di Satie o quella per i lepidotteri di Saint-Saëns. Scorgiamo insomma grazie al libro il volto umano dei musicisti, senza però essere gettati nella banalità: perché qui si fa anche storia della musica, si fa biografia, si narra il progresso delle forme stilistiche, delle vicende relative alla composizione dei capolavori, alla loro messa in scena e fruizione pubblica.

La struttura del volume è anch’essa gentile col lettore: trenta capitoli dedicati a singoli compositori, ordinati cronologicamente da Händel a Stravinskij. E il lettore capisce subito in che acque si trova semplicemente scorrendo l’indice e i sottotitoli: Meyerbeer diventa così «il grande corruttore», Liszt «l’assassino dei pianoforti», Verdi il «musicista e contadino». E prima ancora di leggere, abbiamo già compreso dove andiamo a parare.

Sarebbe sufficiente, se non fosse che Zaccagnini ha una penna leggera e ironica e tutto il libro ci scivola dentro con la morbida dolcezza di un fiordilatte, che ci narri delle insoffribili intemperanze di Wagner o delle pose maschiliste di Puccini, dell’iracondia di Händel o dei compromessi nazisti di Richard Strauss. Per non parlare della sfilza di calunnie corse nel mondo della musica, talmente frequenti e leggere da farci rammentare che la calunnia è davvero – per dirla con Rossini – un venticello, la cui intonata definizione è la stessa che potremmo assegnare a questo libro, che ci scorre dentro senza che ce ne accorgiamo: «Un’auretta assai gentile, / che insensibile, sottile, / leggermente, dolcemente / incomincia a sussurrar».

Guido Zaccagnini, Una storia dilettevole della musica, Venezia, Marsilio, 2022

https://www.scriptandbooks.it/2023/04/06/dolce-e-dilettevole-auretta/


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